Il Pd passa alle carte bollate. Ricorso per l’elezione mancata

Leoncini, candidato alla segreteria, si è rivolto alla commissione comunale di garanzia

Il Pd passa alle carte bollate. Ricorso per l’elezione mancata
Il Pd passa alle carte bollate. Ricorso per l’elezione mancata

Il ricorso alla commissione comunale di garanzia è stato depositato nei giorni scorsi, dopo che la richiesta di incontro con il segretario regionale Emiliano Fossi aveva ricevuto una generica disponibilità ma ancora nessuna data certa. E così la lunga vicenda della segreteria dell’Unione comunale Pd conosce una nuova tappa: Guido Leoncini, sostenuto da alcuni componenti dell’assemblea comunale, ha presentato il ricorso che di fatto contesta al segretario provinciale Andrea Valenti la violazione dello statuto regionale. In breve: Leoncini - unico candidato - aveva ricevuto 37 voti su 89 aventi diritto all’assemblea comunale; per Valenti, ’reggente’ dopo le dimissioni di Massimo Roncucci in seguito alla sconfitta elettorale a Siena, non sufficienti perché sotto il quorum dei 45 voti, quorum che per Leoncini non era però necessario, bastando la semplice maggioranza dei votanti.

Ora dovrà decidere, in prima istanza, la commissione comunale di garanzia presieduta da Mario Ronchi, poi si andrà a quella regionale in caso di appello di chi non si riterrà soddisfatto da quel verdetto. Leoncini aveva chiesto a Fossi una "mediazione politica", di fatto il riconoscimento della validità di quel voto che, politicamente, equivarrebbe a una sfiducia nei confronti del segretario provinciale Valenti.

Fossi per il momento non ha concesso quel confronto chiesto da Leoncini e nemmeno si sono fatti passi verso il commissariamento che adesso, in presenza di un ricorso, non è possibile. Da parte di diversi iscritti e partecipanti all’assemblea nelle ultime settimane si è chiesto a gran voce un chiarimento. Il partito cittadino di fatto è senza guida dal pomeriggio del 29 maggio, quando si è profilata la sconfitta di Anna Ferretti.

L’addio annunciato di Massimo Roncucci si è trasformato in un lungo limbo. Per mesi si è cercata una soluzione e quando Valenti in assemblea ha dichiarato che non aveva trovato maggioranze per proporre un segretario, è spuntata la proposta di Leoncini.

In teoria le componenti assembleari che si sono unite potevano contare su 49 voti, anche se le dinamiche dell’organismo sono molto fluide. Alla prova dei fatti la maggioranza degli aventi diritto non c’è stata, anche se questo per Leoncini e i suoi sostenitori non è un ostacolo insuperabile.

Meglio provare a governare il partito pur in condizione di minoranza, è il concetto, piuttosto che trovarsi con un commissario che azzererebbe ogni incarico e preparerebbe un nuovo congresso. Forse a primavera - ma ora incombono i ricorsi - oppure nel prossimo autunno dopo la tornata elettorale e il periodo estivo.

O.P.