Il Monte prova a spegnere i rumors sul futuro

La Fondazione smentisce l’idea della ’piccola banca toscana’, la Rocca tratta con Anima sul risparmio gestito e pensa alla risposta alla Bce

I tempi del Monte dei Paschi sono sempre più scanditi da indiscrezioni, ballon d’essai, fughe in avanti e smentite ufficiali. Dopo giorni in cui impazza sulle cronache finanziarie la storiella della banchetta toscana controllata dalla Fondazione Mps come risarcimento per le cause da 3,8 miliardi, Palazzo Sansedoni, finalmente, esce con una nota che è come un ago che buca l’ennesimo palloncino. "Con riferimento a quanto pubblicato oggi da alcuni organi di stampa nazionale in merito ai futuri scenari di Banca Monte dei Paschi e al coinvolgimento della Fondazione - recita il comunicato diffuso a mercati chiusi - l’Ente precisa che simili ipotesi non sono state mai esaminate né tantomeno oggetto di interlocuzioni fra le parti coinvolte. Quanto riportato dagli organi di stampa è da ritenersi quindi privo di qualsiasi fondamento".

Non servirà a smontare una parte dello ’spezzatino’, ma almeno resterà agli archivi. Così come è da riportare la dichiarazione di Matteo Del Fante, ad di Poste Italiane, audito in Commissione Finanze, che respinge l’ipotesi di comprarsi un pezzetto del Monte dei Paschi. "Una banca per la definizione della direttiva europea è un soggetto che raccoglie provvista a vista e fa impieghi, prende rischio di credito. Poste non può prendere rischio di credito perché fa raccolta a vista". Quindi non potrà far parte della cordata di istituti pronti a rilevare sportelli Mps.

Dalle smentite ai comunicati sibillini. Come il primo, dopo lunghi silenzi, che ha scandito la riunione del consiglio d’amministrazione di ieri. Con il management e l’ad Guido Bastianini a Rocca Salimbeni e la presidente Patrizia Grieco, come sempre, nella sede Mps a Milano. "Il cda di Banca Monte dei Paschi di Siena, riunitosi in data odierna sotto la presidenza di Patrizia Grieco, ha conferito mandato al management della Banca - è il testo della nota - per l’analisi e la potenziale negoziazione del rafforzamento della partnership in essere con Anima Holding SpA nel settore del risparmio gestito. Il mercato sarà prontamente aggiornato in merito ad evoluzioni rilevanti delle interlocuzioni in parola".

Il progetto di rafforzare il rapporto con Anima era stato stoppato in un precedente consiglio. Ora c’è il via libera allo studio. Nessuna parola sulla risposta alla lettera della Bce che ha chiesto chiarimenti sull’aumento di capitale da 2,5 miliardi, nel caso non si trovasse un partner per la fusione. Né un voto favorevole sul piano di riorganizzazione della direzione generale, che ha provocato proteste e malumori di dipendenti e sindacati. Le lettere sono già arrivate, il nuovo modello dovrebbe partire il 21 giugno. Ma non c’è un voto del cda sul piano.