I ristoratori bloccano l’Autosole: "Riapriteci"

Presenti alla protesta anche alcuni senesi: dal casello di Impruneta hanno rallentato il traffico fino ad Arezzo, multati dalla polizia

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Si sono riuniti all’ora di pranzo al casello autostradale di Impruneta, sono entrati sull’A1 e hanno iniziato a percorrerla in direzione Roma a passo di lumaca, in modo da bloccare il traffico. E’ andata in scena ieri la protesta organizzata da un gruppo di ristoratori e partite Iva, circa 54 persone, alla quale hanno aderito a titolo personale anche alcuni imprenditori della ristorazione della provincia di Siena.

La carovana, proveniente da Firenze, viaggiava a passo d’uomo e stava creando difficoltà per il traffico nel tratto autostradale tra il capoluogo toscano e Arezzo. Al casello il gruppo è stato controllato dalla polizia stradale e dalla Digos, che hanno preso le generalità. Sarebbe anche scattata qualche multa per il mancato rispetto delle norme connesse al fatto che la Toscana si trova da ieri in zona rossa. ’Ora basta!!’ questo lo slogan della manifestazione che ha voluto dare voce ai ristoratori, esasperati dalle ennesime chiusure imposte dal Governo Draghi, reclamando di lavorare e poter vivere.

Dopo il corteo che si è tenuto venerdì scorso a Firenze e la protesta del giorno dopo a Manciano in provincia di Grosseto, l’idea della nuova manifestazione è partita da Grosseto con Massimiliano Pepi, storico ristoratore maremmano, da sempre in prima linea contro queste chiusure indiscriminate da parte dei vari governi. Puntuali le richieste della categoria al Governo: la riapertura immediata di tutte le attività commerciali, senza alcun limite e senza restrizione di orario, seguendo i protocolli di sicurezza; la cancellazione del coprifuoco; il ripristino degli spostamenti tra comuni e regioni su tutto il territorio nazionale con la cancellazione delle fasce di colore per le regioni. Ma anche un ’anno bianco’ fiscale e credito di imposta su affitto locazione e affitto d’azienda, nonché un risarcimento danni congruo da parte dello Stato per attività gravemente danneggiate dalle chiusure, dalle restrizioni, dalle limitazioni e dalle politiche dei Governi Conte e Draghi".

A capire dal punto di vista umano lo stato d’animo dei colleghi è Tiziana Del Monaco del ristorante ’La Miniera’ di Siena, rappresentante dell’associazione Tutela nazionale Imprese, che comprende i Ristoratori Toscani (Tni): "La nostra linea però è un’altra, noi siamo per la legalità – sottolinea – sia come imprenditori che come padri e madri di famiglia".

La Del Monaco non ha dubbi: "Noi siamo a favore delle riaperture dei ristoranti, purché legittimate – afferma –. Siamo contro quelle forzate, la protesta al casello autostradale di Impruneta rischia di essere fine a se stessa. Inutile restare aperti, ma anche vuoti perché nell’opinione comune passiamo per ’untori’, perché in questo modo non saremmo neppure indennizzabili – continua la ristoratrice –. Per riaprire un ristorante serve innanzi tutto la fiducia della clientela, ma sono necessari anche controlli per il rispetto delle regole e il conseguente ritorno a una vita normale".

I numeri parlano da soli: "La Toscana è tra le regioni più penalizzate nel settore della ristorazione – evidenzia la Del Monaco – perché siamo stati in zona gialla solo quattro settimane. La nostra associazione è formata da un gruppo di ristoratori che opera per gli altri ristoratori, senza alcuna appartenenza politica. In altre parole, facciamo volontariato per salvare le nostre azienda da questa crisi che continua a mordere".

Cristina Belvedere