I due volti del commercio senese Nuove aperture, ma tanti fondi sfitti

In via di Città battesimo per la Galleria d’arte, alla Croce dei Travaglio prodotti artigianali al posto di Furla

I due volti del commercio senese  Nuove aperture, ma tanti fondi sfitti

I due volti del commercio senese Nuove aperture, ma tanti fondi sfitti

di Simona Sassetti

"Affitasi" si legge in una vetrina in via Banchi di Sotto. C’era un negozio di abbigliamento prima. Un altro, poco più avanti, indica la stesso annuncio, però a caratteri cubitali. Lì c’era una libreria. Non sono gli unici "affittasi" che si vedono in città, anzi sono tante le serrande abbassate. In alcuni casi lo sono da così tanto tempo che è diventato difficile anche farci caso. Non sarà lo stesso però per i turisti che stanno invadendo la città in questi giorni. Non una bella cartolina o meglio foto ricordo per tutti coloro che hanno scelto Siena come viaggio di Pasqua.

Un paradosso, appunto, perché da una parte la città si riempie e dall’altra le vie si svuotano. Fino a pochi anni fa una situazione del genere non si sarebbe mai vista. Il ricambio è stato sempre veloce, le vetrine cambiavano volto immediatamente.

Adesso tutto è cambiato: a Siena i negozi chiudono e ci restano per molto, è un dato di fatto. A chiudere sono anche esercizi con una lunga tradizione. Attività un tempo fiorenti che improvvisamente si perdono nell’oblio della memoria. Attribuire al Covid la causa di tutti i mali sarebbe riduttivo, così come dare la colpa alla pressione fiscale.

Le motivazioni sono tante e scavando più a fondo è possibile notare come anche le stesse dinamiche di Siena stiano cambiando. Un paradosso, appunto, vedere da una parte una città sempre più colma di ristoranti e bar (facili prede di turisti affamati e vogliosi di scoprire le tradizioni), che ricercano in maniera ossessiva personale per gestire il tutto esaurito di questi giorni, per poi decidere di intraprendere la strada del "tocca arrangiarsi" dopo vani tentativi.

E dall’altra vedere sempre più cartelli con scritto affittasi nelle attività commerciali. Siena ha riscoperto da anni l’importanza del turismo e si sa che ai visitatori piacciono le città dove si può incrociare per strada un buon piatto, prodotti locali, artigianato e arte.

Ecco qua la ricetta, ma questa ricetta scontenta molti senesi che per fare shopping non vorrebbero ritrovarsi a fare chilometri verso centri commerciali e outlet fuori città, ma vorrebbero colossi dello shopping a portata di mano. Per l’assessore Fattorini, però, l’arte e artigianato sono il fulcro di questa città, la sua identità.

Arte che si potrà trovare nella nuova Galleria che ha tagliato il nastro pochi giorni fa in via di Città, e artigianato che si potrà trovare da oggi all’interno di Artigiani Toscani, la bottega che ha aperto al posto di Furla. Dalle borse si passa ai coltelli, alle stoffe, oggettistica varia come ceramica, lampadari fatti a mano, piatti, e prodotti per la cura del corpo. Ieri il titolare Duccio Iannone ha allestito il negozio per arrivare in tempo all’apertura. Mentre la Galleria d’arte, che ha inaugurato venerdì scorso espone quadri di Costanza Montigiani, le sculture di Giuseppe Tirelli e di Paola Staccioli, ma anche le opere di Elena Tommasi Ferroni, Agathos, Alfredo Rapetti Mogol, e tanti altri.

Una tradizione di famiglia quella di Roberto Passaro. Era il 1965, quando suo padre Carlo, aprì in via di Città la galleria Jacopo della Quercia, che chiuse nel 1974. "Siamo a dieci metri di distanza – racconta oggi il figlio –, ho voluto tramandare la tradizione di famiglia, che è anche la mia passione. Sono un collezionista e per questo abbiamo voluto creare uno spazio espositivo a disposizione degli artisti più o meno affermati".