Mamme in fuga dalla guerra in Ucraina: “Qui un popolo stupendo”

Dalla paura degli elicotteri che ricordano i bombardieri alla nostalgia. Le store di vita capovolta di due giovani ucraine e dei loro figli a San Gimignano

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Mamme coraggio. Due piccole storie di vita alla rovescia di tre mamme ucraine con i loro bambini. Una delle mamme non ha retto alla nostalgia per aver lasciato il marito e genitori rimasti a combattere è tornata a casa dopo un mese di ospitalità dentro le mura. Altre due mamme e tre bambini con la paura dai missili lanciati dal cielo e dai carri armati sono scappate per raggiungere i parenti a San Gimignano.

La nostalgia della mamma Anastasia 37 anni, una figlia di 12, con il ‘pancione’ di sei mesi era salita sul pulmino della Misericordia per fuggire dalla guerra e ospitata a San Gimignano. L’affetto e il cuore lasciato lassù con la coraggiosa decisione di tornare a casa e far nascere il bambino in Ucraina. "Grazie di cuore a tutti e stiamo tutti bene." La voce di Anastasia di questi giorni dalla lontana Leopoli. Altre due mamme con altri bambini da qualche giorno sono scappate per raggiungere i loro parenti. Le zie. A San Gimignano.

Dopo le prime sirene nella piccola cittadina dell’Est nei dintorni di Leopoli sembrava tranquilla ma sono invece cominciati i primi bombardamenti e, senza perdere altro tempo, mamme e bambini sono saliti sul bus di linea internazionale Leopoli-Napoli con sosta a ‘Villa Costanza’ a Firenze. Oramai a casa delle zie. Portandosi dietro il triste urlo delle sirene nelle orecchie soprattutto di questi piccoli innocenti.

Il bambino più grande, undici anni, racconta un amico di famiglia in piazza, quando due elicotteri uno dietro l’altro hanno sorvolato il cielo delle torri si è impaurito e mi ha stretto alla vita tremante. Come se volesse fuggire. Con gesti e parole di sicurezza l’amico ha fatto capire al bambino che quegli elicotteri sono amici senza missili e bombe e così li abbiamo salutati. Insieme. Purtroppo la memoria del bambino al rumore dal cielo si è subito accesa e tornata a quegli elicotteri che sganciavano missili e bombe. Chissà per quanto tempo rimarrà nella sua fragile memoria di questo bambino. Al momento nella nostra provincia sono più di 850 cittadini , il 90 per cento di questi è ospite presso familiari, mentre più di un centinaio si trovano nei centri di accoglienza straordinaria. Un’altra quota è stata affidata al personale della Caritas che ha provveduto ad ospitarli.

Romano Francardelli