
di Laura Valdesi
Dall’associazione a delinquere finalizzata all’usura all’estorsione i reati che la procura contesta a vario titolo ai componenti di una famiglia della Valdichiana finiti al centro dell’inchiesta di Finanza e carabinieri. Indagine che nel luglio 2020 aveva mostrato che il fenomeno esiste ed è più diffuso di quanto non si immagini. A mettere in guardia, ormai da mesi, è il prefetto di Siena Maria Forte, sottolineando come le difficoltà economiche per commercianti e imprenditori a causa della pandemia possano favorire il ricorso a prestiti a interessi stellari. Come quelli che, secondo i pm Serena Menicucci e Niccolò Ludovici, sarebbero emersi dagli accertamenti con tassi che sarebbero stati compresi in una forbice fra il 25% e il 912%. La vicenda per cui i sostituti che seguono il caso hanno già inviato l’avviso di conclusione indagini a marito e moglie, che vivono a Sinalunga, e ad un figlio risalgono comunque ad un periodo di gran lunga antecedente alla crisi economica innescata dal coronavirus. "Un reato odioso", sottolineò un anno fa il procuratore Salvatore Vitello quando scattò il blitz di Finanza e carabinieri a seguito del quale padre e figlio finirono ai domiciliari, con l’accusa di estorsione e usura, la moglie del capo famiglia ebbe l’obbligo di dimora solo per quest’ultimo reato. "Teniamo la guardia alta soprattutto in un periodo come l’attuale - ancora le parole di Vitello – che vede molte piccole imprese in difficoltà a seguito dell’emergenza sanitaria. Noi ci siamo".
Dopo l’avviso di conclusione indagini che riguarda i tre componenti della famiglia della Valdichiana, difesi dall’avvocato Stefano Del Corto, gli imputati non hanno chiesto di essere ascoltati, né sono ricorsi al deposito di memorie o a indagini difensive. Anche le parti offese, che stanno nelle dita di una mano e una delle quali è assistita dall’avvocato Alessandro Massai, attendono ora di capire se il caso arriverà o meno davanti al giudice dell’udienza preliminare. L’indagine è stata particolarmente approfondita anche nell’incidente probatorio-fiume che era stato chiesto dai due pm al gip Ilaria Cornetti. E’ stata ascoltata una vittima nel marzo scorso, addirittura per sei ore. Poi altre, un artigiano che avrebbe sostanzialmente confermato le accuse già riferite agli investigatori.
Non era stata però la denuncia delle presunte vittime, imprenditori e commercianti, di prestiti a tassi stellari a far partire l’inchiesta di carabinieri e finanza che, proceduta separatamente per un po’ si era alla fine incrociata. Ad accendere i riflettori il ritrovamento da parte dell’Arma di un anello del valore di circa 20mila euro diventato il filo conduttore dell’inchiesta unitamente al controllo fiscale su un’azienda riconducibile a una delle persone che erano finite nei guai.