In Toscana ci sono 34 centrali geotermiche. Erogano una potenza efficiente l’ora pari a 817 megawatt; il 36% dell’energia regionale. La prima è sorta a Larderello nel 1911 dopo gli esperimenti del conte Piero Ginori Conti. Un secolo dopo, l’ultimo progetto, quello di Sorgenia che in Val di Paglia ha chiesto di costruire una centrale a zero emissioni, la prima nel suo genere, sarà al centro di un tentativo di conciliazione fra Ministero e Regione, dopo il ricorso avverso firmato dal ministro Franceschini. Ma cos’è l’energia geotermica? Quali sono i vantaggi e quali i pericoli? A rispondere è Riccardo Corsi (foto), vicepresidente dell’Ugi, l’Unione Geotermica Italiana, con alle spalle 30 anni di carriera nell’ingegneria geotermica e ambientale. Corsi, cos’è un impianto geotermico? La geotermia è il calore che proviene dal nucleo della Terra. Questo calore può essere utilizzato per produrre energia elettrica. Questo calore in tutti i posti della Terra dà luogo a un gradiente geotermico, cioè un aumento di temperatura che in condizioni normali è di 30 gradi per km. Ci sono poi zone particolari in cui, per la vicinanza del magma, di zone vulcaniche o dove la terra si ’apre’ dove questo gradiente può essere di 100 o 200 gradi per km. Come alcune zone toscane? Sì. È qui che si creano le condizioni geologiche per sfruttare l’energia geotermica per produrre quella elettrica. È una fonte rinnovabile, ma ha una scarsa utilizzazione in Italia e in altri Paesi europei. La Toscana invece è virtuosa? In realtà non lo è molto perché la produzione di energia geotermoelettrica è ferma da almeno 15 anni. Non è aumentata. Come mai? Nel piano ambientale ed energetico della Regione del 2013 era stata prevista l’installazione di 113 megawatt elettrici in più, mentre la produzione di energia geotermoelettrica sarebbe dovuta aumentare del 10%. Solo la Toscana ...
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