REDAZIONE SIENA

Furbetti del reddito, cinque denunciati per truffa

Scoperti dai carabinieri tre donne e due uomini che hanno preso indebitamente 53 mila euro. Dovranno restituirli: hanno detto il falso

No, così non va. Non è possibile che le risorse statali, sempre più risicate per via prima del Covid, adesso di guerra e crisi energetica, vadano a chi non ne ha diritto. Ben vengano dunque i controlli svolti dalle forze dell’ordine. La Finanza, nel giugno scorso, ha annunciato di aver recuperato oltre 800 mila euro percepiti indebitamente dai furbetti del reddito di cittadinanza. Ma anche i carabinieri stanno svolgendo un lavoro certosino, grazie alla presenza capillare sul territorio delle stazioni. Così a Chiusi Scalo ne sono stati scoperti cinque, tutti denunciati alla procura della repubblica per truffa ai danni dello Stato. Si tratta di persone straniere che avevano ricevuto complessivamente 53 mila euro dal 2019 ad oggi: ora dovranno restituirli. Ed il beneficio ovviamente sarà revocato.

Un monito per chi pensa di poter continuare impunemente a chiedere il reddito di cittadinanza pur sapendo di non averne diritto. Basta pensare che i furbetti di Chiusi Scalo, scovati dall’Arma insieme ai colleghi dell’Ispettorato del lavoro di Siena, hanno abilmente evitato di dire a chi predisponeva la domanda che non avevano i requisiti necessari, a partire dal dichiarare di risiedere in Italia da dieci anni e nell’ultimo biennio addirittura in modo continuato. Di più: per due di loro c’erano anche precedenti di polizia. Insomma, avevano detto cose false pur di ottenere soldi facili.

Non è stato semplice arrivare in fondo agli accertamenti che hanno coinvolto vari enti. A partire dall’ispettorato del lavoro di Siena, come detto, ma anche l’Inps, l’ufficio anagrafe di diversi centri della nostra provincia e di fuori regione. I carabinieri si sono dovuti guardare una bella mole di documenti presi dai centri di assistenza fiscale di Roma, di Siena e di Chiusi dove erano state redatte le domande. passando in rassegna i requisiti per capire se erano in regola. Morale della favola: i due uomini e le tre donne di cui è stata analizzata la posizione, tutti stranieri e di età compresa fra i 33 e i 70 anni, hanno raccontato frottole agli addetti. E allo Stato. Guardandosi bene dal comunicare che c’erano aspetti che impedivano di erogare il beneficio.

Sono partite le denunce adesso e anche l’iter per recuperare le somme. Ma non finisce qui. L’occhio lungo sul territorio dell’Arma proseguirà la ’caccia’.

Laura Valdesi