DIMASSIMO CHERUBINI
Cronaca

Funghi, boom di cercatori "Ora servono nuove regole"

Si guarda alle normative introdotte nelle montagne del Trentino . Commercianti infuriati: manca il micologo. Bisogna andare a Torrita

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di Massimo Cherubini

L’Amiata è invasa dai cercatori di funghi. Residenti nei paesi della zona e non solo. Arrivano dai comuni limitrofi, e anche da Roma. Fungaioli esperti – come quelli del posto che sanno raccogliere i pregiati prodotti del bosco – ma anche veri principianti che non rispettno l’ambiente e le norme che disciplinano questa attività. Divampano le proteste e ora scatta la corsa a cercare soluzioni. Una tra le tante è quella di chiedere alla Regione – cosa già fatta tanti anni fa ma che non ebbe seguito - una disciplina come avviene nelle montagne del Trentino. Limitare la raccolta ma anche trovare soluzioni per i controlli che, come dicono gli assidui frequentatori dei boschi amiatini "non si vedono. Mai visto un controllo – aggiungono –, né quando si sale, né quando si scende". Montagna piccola, quella dell’Amiata, con poche strade di accesso dai due versanti. Con l’impiego di pochi uomini si potrebbero mettere in campo delle verifiche.

"In questi giorni siamo in uno stato di emergenza. Una folla straordinaria – dice Fabrizio Tondi sindaco di Abbadia San Salvatore – si riversa dentro i boschi. Un problema gestire un simile afflusso, anche perché diverse sono le competenze che agiscono nell’ambito della montagna. Dobbiamo affrontarlo, lo faremo in Unione dei Comuni. Poi – conclude Fabrizio Tondi – avanzeremo proposte alla Regione per ottenere l’adeguamento della legge che disciplina la raccolta".

Se sul fronte della raccolta vengono lamentati scarsi controlli, sul fronte della vendita si sono invece intensificati. Il competente personale della Asl chiede ai commercianti il certificato del micologo sui funghi porcini in vendita. Il problema è che ad Abbadia San Salvatore, in montagna, il micologo ha cessato il servizio. E allora? Andare fino a Torrita di Siena con disagi, costi e anche contraddizioni. Nei negozi, nei ristoranti, arrivano piccole quantità di funghi. Quindi uno dovrebbe raccoglierli, aspettare la sera e andare dal micologo il giorno dopo. "Quando sono venuti nel mio negozio – racconta un commerciante - ho fatto vedere tutti i documenti richiesti per commerciare i porcini. Mi hanno detto che mancava l’attestazione del micologo. Ho fatto vedere il mio attestato. Mi è stato risposto che non vale". Accertamenti che stanno provocando un certo sussulto nella zona. Tante sono le persone, giovani e pensionati, che raccolgono chili di funghi. Tradizione, abitudine, che buona parte vengono poi dati a chi li commercializza. E anche loro dovrebbero cederli dopo aver ottenuto il certificato del micologo che non c’è.