"Fragili e non vaccinati ancora a rischio Ricadute in autunno senza le dosi in più"

Bruno Frediani, dipartimento Scienze Mediche: "La nuova ondata? Sarà più sul piano sociale che sanitario"

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"Disturbi della psiche, stanchezza, depressione, insonnia, vertigine, mancanza di concentrazione, sono aumentati nella pandemia e sono effetti di lungo periodo della malattia, riscontrabili anche uno o due anni di distanza dalla guarigione" sottolinea Bruno Frediani, direttore del dipartimento di Scienze mediche e della Reumatologia dell’Aou senese, responsabile area medico-chirurgica dell’area Covid.

Professore è finito lo stato di emergenza. E la pandemia?

La situazione è sotto controllo dal punto di vista clinico. Si ammalano ancora i non vaccinati e coloro nei quali il vaccino non ha avuto efficacia perché immunodepressi, dunque pazienti fragili, con co-morbilità e che fanno uso di immunosoppressori.

Chi è ancora a rischio?

Su tutti gli oncologici e ematologici, ma anche i diabetici, i pazienti di neurologia e reumatologia che prendono immunosoppressori.

Eppure la quarta dose è disertata dai fragili e anche la terza dose è ferma al 62%

Sulla protezione dopo la terza dose gli immunologi non sono d’accordo; io credo che in certi soggetti la vaccinazione vada aggiornata ogni 4 mesi. La terza dose, che tanti non hanno fatto perché nel frattempo contagiati, va fatta: è un richiamo delle precedenti e va a potenziare la protezione. La riprova l’avremo in autunno: credo che chi ha saltato la terza dose possa ricaderci.

Long Covid, che dicono gli studi?

C’è uno studio condotto in Cina e pubblicato sulla rivista Lancet secondo il quale più del 60% di coloro che hanno contratto il virus ha sequele a sei mesi di distanza: ovvero accusa stanchezza, disturbi del sonno, vertigini, problemi respiratori. Ma anche a due anni di distanza il 50% ha ancora sintomi lasciati dalla malattia. Poi bisogna tener conto della tipologia di paziente: il virus ad esempio complica, scatena il sintomo del fibromialgico, come di chi ha patologie respiratorie. Il virus ha un effetto diretto su chi ha già patologie importanti e un effetto a distanza su tutti gli altri, lasciando disturbi di vigilanza, di lucidità, stanchezza, dolori articolari e infiammazioni. Sono reazioni immunologiche del nostro sistema, la risposta autoimmune prodotta dal virus. A distanza di un anno o due dalla malattia la risposta autoimmune del nostro corpo è maggiore di quanto si credesse. Noi ad oggi abbiamo seguito e richiamato per controlli circa 700 pazienti Covid’.

Qual è la prospettiva?

Ci aspettiamo nuove recrudescenze dall’autunno, in termini di nuove varianti più contagiose ma non più aggressive, visto che l’obiettivo del virus è sopravvivere al suo ospite, trasmettersi e non morire. La nuova ondata andrà ad abbattersi più sul piano sociale che sanitario, con una larga fetta della popolazione di nuovo a casa con l’influenza.

Biotecnopolo. Cosa ne pensa?

Mi vedrà impegnato, così come il policlinico e l’Università: sono appena uscito dal Comitato d’indirizzo di Tls per entrare ora nel suo Cda. Dunque vivo in prima linea questa esperienza che dovremo percorrere ampliando sempre la rete, attivando nuove collaborazioni. La grande sfida è nella ricerca di base e poi nell’applicazione tecnologica e clinica di tale ricerca.

Paola Tomassoni