di Riccardo Bruni
L’arte di Emanuele Giannelli protagonista della cinquantaduesima edizione di Forme nel Verde, la rassegna ideata nel 1971 da Mario Guidotti che si tiene tutti gli anni a San Quirico d’Orcia e a Bagno Vignoni. Una mostra diffusa, che riprende i temi e le opere che sono state in mostra anche nel centro di Siena nei mesi scorsi, intitolata ‘Arbitrium’ e curata da Carlo Pizzichini, che rimarrà visitabile da domani fino al 5 novembre.
A San Quirico arriva così il gigante di Giannelli, ma anche due versioni più piccole di Mr. Arbitrium, realizzate apposta per San Quirico e installate una di fronte all’altra davanti alla splendida Collegiata. Negli Horti Leonini sono state installate al centro e in semicerchio sei sculture monumentali di Mr. Kiribati, gli uomini ‘seriali’ di Giannelli. Sempre negli Horti Leonini si prosegue nel percorso della mostra con il Cacciatore di batteri e addossati al muro di cinta si trovano, installati come in una sorta di osservatorio speciale del mondo virtuale, tre esemplari di Korf e un esemplare di Bipede. Nella sede principale di Forme nel verde, il giardino di Diomede Leoni, che quest’anno ospita le figure di Emanuele Giannelli, si incontrano anche Waiting for play due mezzibusti armati che si interfacciano minacciandosi l’un l’altro. Accanto alla Collegiata si incontra il gruppo scultoreo con quattro esemplari di Stati d’allerta.
Si prosegue così lungo la vasca termale del centro storico di Bagno Vignoni, dove Giannelli ha inserito un’installazione di diciotto Monkey, le scimmie-selfie. Nello spazio coperto della grande vasca termale è installata, invece, Gravity, due corpi che si attraggono per effetto della gravità. "L’iniziativa riporta San Quirico al centro della scena della scultura contemporanea – afferma Danilo Maramai, sindaco di San Quirico d’Orcia – quest’anno con le imponenti opere di Giannelli, scultore di fama internazionale che mette l’uomo moderno al centro della nostra attenzione". "Il momento artistico dove collocare la scultura di Giannelli è senz’altro quello della grande denuncia del ‘Posthuman’ – sottolinea il curatore Carlo Pizzichini – facendo spazio ad un uomo che nel corpo si presenta nudo, libero da un inutile vestiario, nell’auspicato ritorno allo stato primitivo, a uno stadio base prima della propria civilizzazione.