"Felice per l’esordio Triste per la caduta"

Era in scuderia già ieri, Federico Guglielmi. La caduta, al primo Casato, non ha avuto per il fantino, fortunatamente, conseguenze. "Siamo duri a morire" scherza Tamurè. L’emozione per il debutto è stata enorme, "una soddisfazione dopo tanto lavoro", pur con il dispiacere di aver finito la Carriera troppo presto. "Sono soddisfatto di come è andata fino a lì – spiega – poi il mio Palio non si può più commentare. Avevo già girato, l’Onda ci ha toccato da dietro e Arestetulesu è scivolato. Il Leocorno era già irrecuperabile, ma per un debuttante come me arrivare secondo o terzo, correndo un bel Palio, sarebbe stato importante. Avrei voluto dimostrare qualcosa di più dopo aver aspettato tanto il mio momento".

La chiamata è arrivata nella notte. "Stavo dormendo – racconta – avendo rapporti con la Giraffa fino alle 23 ho sperato, poi sono andato a letto. A mezzanotte è squillato il telefono. Sì, fortuna che lo tengo sempre acceso (ride ndr). E’ stata una nottata movimentata… Ma ero strafelice". "Ringrazio la dirigenza che mi ha aiutato a crescere – aggiunge –, tecnica, giusta, per un fantino all’esordio. La stalla, poi, superlativa, eccezionale. E un grazie a Walter Pusceddu che ha presentato un cavallo al top della forma". Emozioni su emozioni. "Uscire dall’Entrone è stato bellissimo – spiega Tamurè – anche se per un fantino il brivido più grande sia arrivare in Piazza con il popolo che canta dietro. Mi manda alle stelle. Sono arrivato alla Carriera tranquillo, concentrato, consapevole che mi era stata data una grande chance e che non dovevo buttarla via". Che poi, alla fine, la paura che le rivalità potessero condizionare il Palio non si è concretizzata… "Eravamo un po’ preoccupati – afferma Guglielmi – ma avevamo studiato bene il piano. Io sarei dovuto rimanere lontano da certe dinamiche. Eravamo preparati a tutto. Ma alla fine la mossa è stata svelta". E così, nella storia del Palio, Federico Guglielmi sarà per sempre Tamurè. "E’ un soprannome bellissimo – dice il fantino –. Alla dirigenza della Giraffa avevo chiesto solo che fosse ‘senese’, ci tenevo tanto a questa cosa, essendo io di Siena. Mi hanno reso felice scegliendone uno che fa parte della storia della mia città".

Angela Gorellini