REDAZIONE SIENA

False cittadinanze ai brasiliani Dipendente comunale si difende

L’avvocato Perinti: "Ha agito in modo corretto". L’amministrazione confida che sia fatta presto chiarezza

False cittadinanze ai brasiliani Dipendente comunale si difende

di Laura Valdesi

SIENA

False cittadinanze italiane a brasiliani, l’inchiesta della procura di Ivrea arriva anche a Siena. Fra i dieci indagati – si tratta di sei donne e di 4 uomini – ci sono infatti anche due senesi. Un 73enne nato nella nostra città e qui residente anche se, in realtà, vive a Torino. Il suo ruolo sarebbe stato quello, secondo il pm Valentina Bossi che ha acceso i fari su fatti relativi al periodo 2018-2019, di trait d’union tra la pubblica amministrazione e una società brasiliana di cui sarebbe stato elemento portante. Quest’ultima, con sede a San Paolo del Brasile, avrebbero favorito l’arrivo di cittadini del paese sudamericano nel comune di Lauriano, in provincia di Torino, e in un caso anche ad Asciano. Facevano in modo di trovare loro una sistemazione occupandosi dei rapporti con i dipendenti pubblici (per questo è indagato anche un responsabile del Comune di Asciano) a cui, sempre secondo la procura, sarebbero state fatte a vario titolo delle regalie. Nel caso di quest’ultimo gli investigatori farebbero riferimento ad una presunta cifra che non sarebbe però stata definita nella sua consistenza. "Con riferimento a quanto riportato da alcuni organi di stampa circa il coinvolgimento di un responsabile del Comune di Asciano in un’indagine giudiziaria su presunte false cittadinanze italiane si precisa che i fatti contestati dalla procura di Ivrea – osserva l’amministrazione del paese del Garbo – risalgono al 2019, anno in cui un cittadino di nazionalità brasiliana si rivolse al Comune per ottenere la residenza ad Asciano e successivamente il riconoscimento della cittadinanza italiana". Conclude la nota: "Il Comune di Asciano, nella convinzione della totale estraneità del proprio responsabile ai fatti contestati e nell’esprimere massima fiducia nell’operato della magistratura, confida che al più presto possa essere fatta massima chiarezza sulla vicenda".

Sarebbero 68 i brasiliani, fra cui il padre del calciatore dell’Arsenal Gabriel Martinelli (quest’ultimo non risulta indagato), per i quali risultano rilasciate, sempre secondo la procura che ha indagato con i carabinieri, cittadinanze jure sanguinis illegali. Solo un caso, come detto, sarebbe stato cristallizzato dagli investigatori ad Asciano. Si tratterebbe di una famiglia – padre, madre e figlia – per la quale si sarebbe attestato falsamente che possedevano i requisiti indispensabili per ottenere appunto la residenza nel paese del Garbo e di qui la cittadinanza italiana. Caso per il quale viene chiamato in causa il dipendente pubblico di Asciano. Avrebbe attestato, in maniera non corrispondente al vero sempre secondo la procura, che la famiglia risiedeva in un immobili di proprietà di suoi parenti sebbene questa fosse in realtà andata in Sardegna. Famiglia che per l’operazione cittadinanza avrebbe pagato alla società brasiliana circa 8mila euro.

"Al momento è prematura ogni valutazione. Il mio assistito ha saputo dell’inchiesta dall’avviso di conclusione indagini, era completamente all’oscuro. Non c’era stata finora nei suoi confronti alcuna azione che presuppone la nomina di un legale", si limita a sottolineare l’avvocato Luca Perinti che insieme al collega Antonio Sculli assiste il 55enne ascianese. "Ritiene comunque di aver formalmente eseguito il suo lavoro in modo corretto in ogni circostanza. All’esito della lettura del fascicolo valuteremo la presentazione di memorie sin da adesso oppure – conclude Perinti – se difendersi nel prosieguo del procedimento"