"Era lì solo per una rapina. Quel laccio mai trovato"

Il legale della 25enne chiede l’assoluzione: "Non ha commesso alcun omicidio"

"La mia assistita ha confermato la volontà della rapina , da subito. L’idea era quella di compiere un furto ma il piano era stato ideato dallo zio", sostiene l’avvocato Francesco Paolo Ravenni quando, alle 14,20, prende la parola per raccontare un’altra verità rispetto a quella ascoltata fino a poco prima. La verità della 25enne ucraina che, capelli fissati dietro con un mollettone, più volte aveva scosso la testa ascoltando la ricostruzione fatta dal difensore dello zio. Che ha addossato infatti completamente a lei la responsabilità materiale dell’omicidio sostenendo che il laccio con cui è stata strangolata la pensionata se l’era sfilato appunto da una delle scarpe da ginnastica che indossava quel giorno.

"E’ venuta da bambina in Italia anche se nata in Ucraina. Risulta che abbia controllato sul web gli effetti del dimedrol, la sostanza utilizzata nel suo paese di origine con cui volevano addormentare l’anziana per derubarla. Si preoccupava insomma delle conseguenze che poteva effettivamente avere sulla donna. Come noto la sostanza risultò inefficace", osserva il legale rilanciando nella scaletta degli elementi a discolpa della giovane che aveva consegnato spontaneamente alla polizia il cellulare in sede di interrogatorio. Poi i debiti che per il pm sarebbero stati il movente degli imputati. "Causati dal compagno ma era andata lì solo per rubare", sostiene Ravenni. Che ricorda in realtà come lo zio della giovane fosse una persona di cui Anna Maria Burrini si fidava, tanto che a volte andava a pranzo da lei. Nega la premeditazione del delitto, il 41enne ucraino che per la nipote ha strangolato la pensionata ed è emerso nel corso del dibattimento che assumeva stupefacenti, ha compiuto "un omicidio d’impeto". Ravenni sostiene che Anna Maria Burrini "non avrebbe mai denunciato la rapina, così come non aveva segnalato il furto di 23mila euro subito qualche settimana prima, in quanto aveva paura della guardia di finanza per l’affito in nero delle stanze della sua abitazione".

Il laccio da scarpe che si presume usato per uccidere la pensionata è stato convitato di pietra. "Mai trovato. E poi potrebbe anche essere di una felpa, di una tuta. Resta a livello di suggestione che sia di scarpe", ancora Ravenni. Che, come fatto poco prima dal collega Alessandro Bonasera, si scaglia contro l’operaio che dette l’allarme il 26 settembre 2022, "coimputato in un altro procedimento beneficerà di un patteggiamento già chiesto per 4 anni". Smentisce che la giovane sia mai entrata in possesso della famosa collana d’oro della pensionata del valore di oltre 20mila euro, poi ritrovata a casa di uno dei ragazzi del gruppo di San Miniato bollati come "totalmente inadffidabili. Piccole gang di quartiere che vivono di espedienti" dal difensore della 25enne. "Era andata per la rapina, non può essere chiamata a concorrere per l’omicidio. Si è trovata di fronte ad una situazione imprevista, non poteva fare altro che fuggire", chiude chiedendo alla Corte, invocando l’assoluzione per non aver commesso il delitto, "che riconosca l’atteggiamento collaborativo".

La.Valde.