
Dopo le dichiarazioni a La Nazione di Moreno Periccioli, vice presidente nazionale della Federazione Italiana Caccia, ci scrive Roberto Vivarelli, presidente Atc Siena 3 Nord. Una lettera con al centro il tema attuale del mondo venatorio e il contrasto alla peste suina africana (Psa). Un intervento, quello di Periccioli, condiviso da Vivarelli che fa il punto della situazione per quanto riguarda la nostra regione e su un problema, quello della peste suina africana, che tiene in allarme gli allevamenti.
"La Toscana ad oggi, pur avendo avuto molte segnalazioni di ritrovamenti di carcasse, non presenta nessun caso di Psa pur essendo confinante con Liguria e Lazio. A questo proposito nei prossimi giorni è stato organizzato un monitoraggio di eventuali ritrovamenti di carcasse della specie cinghiale su tutto il territorio regionale e saranno coinvolte le circa 800 squadre in braccata". Per Vivarelli, ad ora, appare "difficilmente realizzabile il numero complessivo fissato in 115mila cinghiali da abbattere indicato dal Commissario per la nostra regione con un aumento di 25mila capi in un anno. Queste misure che riguarderanno la nostra regione e tutto un mondo venatorio, 800 squadre, circa 20mila cacciatori in braccata, hanno bisogno di un urgente confronto e soprattutto di un coinvolgimento attivo". Vivarelli ha ricordato che "in Toscana lo sforzo di caccia delle squadre è mediamente di 6570mila capi nei tre mesi di braccata e circa 19mila in caccia di selezione e contenimento".
Secondo Vivarelli "è necessario che la Regione Toscana apra urgentemente un tavolo con tutti i soggetti portatori di interesse per avere un coinvolgimento attivo ed efficace. I cacciatori siano parte importante della soluzione del problema e non semplici attuatori delle direttive. Occorre che le associazioni venatorie toscane mettano da parte i tradizionali distinguo e aprano su questo tema una riflessione e una posizione comune, così come si coinvolgano i 15 Atc toscani gestori dei territori sia delle aree vocate assegnate alle squadre che del territorio a caccia programmata in cui operano i selecontrollori. Siamo tutti impegnati – conclude il presidente dell’Atc Siena 3 Nord – in azioni di contrasto alla Psa e non solo per salvaguardare le passioni venatorie di caccia al cinghiale, ma per tutelare i nostri allevamenti che, ad esempio, in questa Provincia riguardano allevamenti di suini e la cinta senese".