ANDREA TALANTI
Cronaca

’Ecoansia’, tanti timori per il futuro I giovani tra pessimismo e speranza

Viaggio a Siena dopo lo scambio di battute con il ministro Pichetto Fratin al Giffoni Film Festival. La prima preoccupazione? "Il disinteresse di troppe parti della società per i problemi del pianeta".

’Ecoansia’, tanti timori per il futuro I giovani tra pessimismo e speranza

di Andrea Talanti

Si chiama ‘ecoansia’ ed è quel fenomeno ansioso che si manifesta in coloro che mostrano una particolare sensibilità verso la tutela dell’ambiente e che vedono il pianeta precipitare sempre più in una spirale di inquinamento e disinteresse ecologico. Un termine divenuto celebre negli ultimi giorni, quando una ragazza siciliana presente al Giffoni Film Festival è scoppiata in lacrime mentre si rivolgeva al ministro dell’energia Pichetto Fratin, esponendo la sua paura per il futuro della Terra, dichiarando di non vedere un futuro, di non voler avere figli da lasciare in un mondo simile. Che va a fuoco, come in Sicilia, o dove i 40 gradi sono ormai all’ordine del giorno dopo il luglio più bollente di sempre.

Il tema, caro alle nuove generazioni, è di grande attualità. Ma a Siena, esiste l’ecoansia? "Più che ecoansia ho paura del tempo – racconta Riccardo Rinaldi –. Ho 26 anni, e quando nel 2002 guardavo gli atlanti questi descrivevano il 2025 e il 2050 come uno più disastroso dell’altro. Fine delle riserve dell’acqua, cambiamento del clima, innalzamento delle temperature, fino alla tragedia. Siamo nel 2023, e alcune previsioni ci hanno azzeccato. Avrei paura a mettere al mondo un figlio sapendo che questo è il futuro che abbiamo creato e che ci riserva il clima, non vorrei che alla mia età non avesse acqua da bere o vivesse in un’Italia nella quale ci sono 50 gradi ovunque"".

Una situazione che preoccupa, anche in un territorio come quello senese finora estraneo a fenomeni gravi come quelli dei roghi palermitani o della penuria di luce e acqua vissuta a Catania.

"È difficile descrivere quello che stiamo vivendo, se ne parla molto ma si agisce poco – dice Alessia Rocco –, andiamo verso un mondo e un’ambiente ricchi di ostacoli. La situazione è preoccupante, la paura del cambiamento climatico esiste e dovrebbe essere sentita da tutti".

"La mia paura è che si continui a non rendersi conto che le cose stanno peggiorando – commenta Silvia Mesina –. I fattori che incidono in negativo sono tanti, tra questi il più pericoloso è l’indifferenza generale. In pochi si sono resi conto della serietà del problema, specie nelle fasce d’età più avanzate, e le soluzioni che abbiamo intrapreso fino ad oggi non sono quelle giuste. Lo spreco di cibo e risorse è continuo, e anche lo smaltimento dei rifiuti non è gestito bene. Tante problematiche, troppa indifferenza".

Un’indifferenza che fa pensare al peggio. "Sono preoccupata ma non solo dall’ambiente, da tutto – rileva Adina Negrescu –. La nostra società si gira troppe volte dall’altra parte, su troppi problemi. Il clima cambia, e noi restiamo a guardare".

Ma tra il pessimismo generale c’è anche chi, come Claudio Perrone, preferisce guardare al passato per rassicurarsi. "Il caldo che viviamo tutti i giorni non è normale, ma sono situazioni che abbiamo già vissuto nei secoli. Anche nel ’68 si parlava di temperature altissime. Io non ho paura, penso siano cicli ambientali e planetari. L’anno scorso il problema era la siccità, quest’anno l’acqua è arrivata a palla. Il cambiamento esiste, le stagioni si stanno spostando, ma non tutto è così tragico".