Donne truffate, due condanne a Sinalunga

Avrebbero agito con il ’re’ del raggiro Meocci. Per quest’ultimo l’udienza però ci sarà a gennaio

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Due condanne ed un’assoluzione: così ha deciso il giudice Simone Spina al termine della ricostruzione – fatta dal pm ma anche dagli avvocati della difesa – di una vicenda giudiziaria che ruota attorno alle presunte truffe del ’re’ dei raggiri, Roberto Meocci. La posizione dell’uomo, originario di Sinalunga ma residente ad Arezzo, era stata stralciata per cui l’udienza riprenderà a fine gennaio. Per quest’ultimo, fra l’altro, è arrivata la buona notizia che il gip Zatini di Firenze ha trasformato gli arresti domiciliari in obbligo di firma per una vicenda seguita dalla procura locale.

Tornando al caso avvenuto in Valdichiana, che prende le mosse nel 2013, gli altri due imputati – un uomo di 51 anni originario di Foiano ma residente a Sinalunga ed un 49enne di Chiusi – sono stati condannati, rispettivamente ad un anno e 2 mesi più 300 euro di multa il primo (dovrà inoltre risarcire in sede civile l’unica parte costituita attraverso l’avvocato Massimo Rossi), ad 8 mesi l’altro. Assolta invece dall’accusa di ricettazione "perché il fatto non costituisce reato" una 40enne di Torrita difesa dall’avvocato Alessandra Coviello. Era finita sotto processo perché avrebbe avuto 30 mila euro in contanti da Meocci, risultati frutto di un raggiro secondo l’accusa.

Il sinalunghese di 51 anni finito nei guai, sostiene la procura, avrebbe confermato alle presunte vittime che Roberto Meocci era una persona benestante. Anzi, molto di più. Apparteneva ad una famiglia conosciuta, anche se si sarebbe trovato in momentanea difficoltà economica per una sanzione da pagare a cui non riusciva a fare fronte. Una ’tecnica’ simile a quella che era stata descritta da una persona – presunta vittima di Meocci – chiamata a testimoniare durante l’udienza del 12 dicembre scorso. Così un’altra donna conosciuta dal ’re’ della truffa su un sito web di incontri aveva consegnato una cifra ragguardevole a Meocci, credendolo appunto facoltoso. Somme che sarebbero state date una volta alui stesso ed un’altra al 51enne. Complessivamente si parla di circa 100mila euro.

"Diceva di chiamarsi Roberto Lucioli Matteucci, l’ho conosciuto in una chat d’incontri – aveva ricostruito una donna emiliana rimasta nella ’rete’ di Meocci –; dopo esserci parlati in chat qualche giorno mi mandò l’autista (uno degli imputati condannati, ndr) a prendermi a Firenze". Che si sarebbe presentato con un macchinone scuro, dirigendosi a Sinalunga.

La.Valde.