REDAZIONE SIENA

Dogtors a Campostaggia. I cagnolini sono ammessi su richiesta del paziente

Tutto in piena sicurezza per gli ammalati e per il personale sanitario e nel rispetto del benessere animale. Emozioni allo stato puro, ieri, nel padiglione della Valdelsa .

Cagnolini si recano a trovare il loro padrone in corsia, durante il periodo di ricovero, per offrire conforto in termini di gesti di affetto

Cagnolini si recano a trovare il loro padrone in corsia, durante il periodo di ricovero, per offrire conforto in termini di gesti di affetto

Li hanno chiamati anche ‘dogtors’, o camici bianchi a quattro zampe. Un’altra espressione? Cagnolini dispensatori di cure. Bestiole che si recano a trovare il loro padrone in corsia, durante il periodo di ricovero, per offrire conforto in termini di gesti di affetto. Anche l’ospedale di Campostaggia consente l’accesso degli animali su richiesta del paziente. Lo prevede il regolamento presentato un mese fa, il giorno 11 novembre, al Centro direzionale della Asl Toscana Sudest a Siena. Tutto in piena sicurezza per gli ammalati e per il personale sanitario e nel rispetto del benessere animale. Emozioni allo stato puro, ieri, nel padiglione della Valdelsa. Dopo quaranta giorni di distanza forzata, una paziente ricoverata in uno dei reparti di Campostaggia ha potuto di nuovo incontrare il cagnolino per trascorrere dei momenti di serenità. "Un po’ come a casa", si potrebbe aggiungere. Sono questi del resto gli intenti del Pet visiting, il progetto che prevede l’ingresso degli animali di affezione negli ospedali e nelle Residenze sanitarie assistite per regalare istanti di gioia agli umani. Che poi altro non sono loro stessi che "familiari", in quanto componenti dello stesso nucleo domestico degli amici a quattro zampe. Ieri a Campostaggia il primo appuntamento successivo all’introduzione della speciale norma che vuol favorire "l’umanizzazione delle cure". Un processo che, oltre alla patologia, mette al centro la persona e i suoi sentimenti a 360 gradi. Talvolta, cantava Giorgio Gaber, negli ospedali e nelle case di cura "la perdita è totale". Ed ecco allora che il cagnolino può addirittura diventare fondamentale per combattere almeno in parte la fragilità e la sofferenza degli ammalati, per alleviare lo stress e il senso di solitudine che possono in certi frangenti manifestarsi durante un periodo da trascorrere in ospedale. Un cammino comune per accrescere la qualità della vita. E i benefici sono scambievoli: sia per gli ospiti delle strutture – che si affidano ai valori riconosciuti ai cani e ai gatti nelle loro azioni per trasmettere amore – sia per gli stessi animali di affezione. Che riceveranno senza dubbio una notevole, meritata razione di coccole in quanto protagonisti in qualche misura del percorso terapeutico del paziente, come avviene da pochi giorni a Campostaggia. Un "tendere la zampa" in grado anche di aprire le porte verso l’itinerario di guarigione. Paolo Bartalini