
L’ex presidente della Corte Costituzionale, Giuliano Amato, con la giornalista Donatella Stasio all’Università per gli Stranieri
Democrazia e Costituzione le due parole chiave della giornata di ieri all’Università per Stranieri, con la presentazione del libro ‘Storie di diritti e di democrazia. La Corte costituzionale nella società’, scritto a quattro mani da Giuliano Amato, presidente della Corte costituzionale tra gennaio e settembre 2022, e Donatella Stasio, giornalista che per anni è stata portavoce del massimo organo giuridico italiano. La presentazione, moderata da Michele Taddei e aperta da un intervento del professor Mauro Moretti, ha permesso di illustrare un viaggio che prosegue anche oggi, e che può mostrarsi più trasparente che mai attraverso un’opera innovativa di comunicazione della Corte, a lungo impenetrabile.
"Non abbiamo una facoltà di legge qui – ha sottolineato il rettore Tomaso Montanari presentando l’iniziativa –, non siamo soliti veder studiare in queste aule la Corte costituzionale. Ma proprio per questo ci sembrava giusto dare vita a questa giornata. Crediamo che in questo momento la Corte sia una delle istituzioni più capaci di parlare ai ragazzi che si stanno formando. In un momento in cui chi detiene il potere in tutto il mondo lotta per espandere questo potere, un organo che nasce anche per evitare l’esondazione del potere al di fuori del costituzionalismo, ci pare particolarmente capace di rivolgersi a ciò che i più giovani desiderano: di non essere travolti dal potere".
"L’impressione è che con l’andare del tempo si stia formando la necessità di impegnarsi insieme a costruire una mentalità costituzionale che nel nostro Paese non esiste – ha introdotto Stasio – la cui mancanza mette l’Italia a rischio di regressioni democratiche. C’è la necessità di costruire argini contro derive antisistema, come se ci fossimo accorti che i confini della nostra democrazia costituzionale sono fragili. E la storia che raccontiamo in questo libro è proprio una storia di argini". "Democrazia è un parola impegnativa – ha aggiunto Amato – vuol dire che sono i cittadini a contare. La Costituzione aveva disegnato architravi di un sistema che, pur poggiando sulla rappresentatività, contava e conta sulla consapevole partecipazione dei cittadini alla vita collettiva. L’idea è che la persona venga prima dello Stato, che riconosce i diritti di ciascuno, non li attribuisce. L’eccesso di individualismo è critica di lungo corso, in una Costituzione come la nostra si prevede che la persona si formi nel rapporto liberamente scelto con gli altri, attraverso le formazioni che preferisce e liberamente formate. Queste formazioni, questi vecchi partiti, sono ormai scomparsi. E con loro la partecipazione politica".
A.T.