Direttore del Policlinico, l’ipotesi di proroghe

Il 23 novembre scade l’incarico di Giovannini. Ma in Regione non c’è ancora la commissione sanità e siamo in piena emergenza Covid

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La data fatidica sarebbe il 23 novembre. E’ il giorno in cui scadrebbe la proroga dell’incarico da direttore generale dell’azienda ospedaliero-universitaria senese per Valter Giovannini. Un termine che però coincide con un periodo estremamente complicato per il Policlinico senese e per tutti i sistemi sanitari in Toscana, in Italia e nel mondo. Solo per restare alle ultime 72 ore l’ospedale di Siena ha riorganizzato gli accessi, con check in e pretriage, cambiando anche la fermata degli autobus in collaborazione con il Comune, e prevedendo tamponi rapidi. Poi ha dotato il personale di nuovi dispositivi di protezione. Infine, ieri, ha portato a termine il primo parto di una mamma positiva, indirizzata a Siena dai medici di Campostaggia.

Il diretto interessato, ovvero il dg Giovannini non parla dell’argomento. Ripete a tutti che dal 23 novembre andrà in pensione e che farà quello che gli diranno di fare. Ma qualcosa comincia a muoversi in Regione. Non foss’altro per il fatto che la scelta del nuovo direttore generale a Siena dovrà passare anche dalla commissione sanità del consiglio regionale. Che non è stata ancora istituita, quindi è difficile che possa esprimere la sua opinione.

L’assessorato alla sanità sta già raccogliendo informazioni, anche presso l’avvocatura della Regione, sulla possibilità di una proroga silente per qualche settimana. Per non lasciare il Policlinico senza direttore in questa fase dell’emergenza e anche per dare modo alla politica regionale di completare tutti gli organismi che dovranno partecipare alle nomine. Ma non è scontato che a Siena e a Giovannini verranno concesse altre settimane. Pesano tanti fattori, non ultimo la vicinanza del dg all’ex presidente Enrico Rossi. Anche se Eugenio Giani ha già ’arruolato’ l’uomo macchina dell’ex governatore, Ledo Gori.

Proprio sull’aspetto politico, oltre che sanitario, fa leva il comunicato di Fratelli d’Italia di Siena. "Il direttore generale delle Scotte - ricordano gli esponenti di FdI - è nominato dal presidente della giunta regionale congiuntamente al rettore dell’Università di Siena, ma naturalmente il neo assessore regionale alla Sanità, eletto nel collegio di Siena, vorrà dire la sua. Fratelli d’Italia non ha certo la pretesa di dare indicazioni in merito, non possiamo esimerci da qualche considerazione puntuale in quanto Le Scotte è l’ospedale dei senesi. La prima richiesta che facciamo - è l’affondo politico - è quella di discontinuità rispetto alla costante azione di tutti gli spazi della sanità toscana da parte di donne e uomini della squadra dell’ex presidente Rossi".

Il gruppo senese del partito di Giorgia Meloni chiede di "uscire dal cerchio dei direttori vicini a Rossi. Auspichiamo un direttore generale che possibilmente conosca ed ami Siena e soprattutto non porti con sé più o meno evidenti conflitti di interessi, o strascichi di prove non particolarmente brillanti nei ruoli ricoperti. Riteniamo opportuno che i criteri ispiratori per la nomina dirigenti siano tesi ad evitare figure che, oltre ad essere legati a doppio filo con Rossi, siano anche in aspettativa come dipendenti di Enti che concorrono alla loro designazione; parimenti inopportuna sarebbe la nomina di figure che non hanno dato prova di particolare sagacia nel corso della pandemia, ricorrendo all’utilizzo di soldi pubblici con scarso costrutto".

E’ chiaro che FdI fa riferimento a candidature particolari, ma ovviamente non fa nessun nome. Così come non dà giudizio sul bilancio della gestione di Giovannini, premata con il Mangia d’Oro da Siena e dal sindaco De Mossi. "La direzione generale del nostro Policlinico - è la conclusione - non può essere la discarica di ingombranti dirigenti che a Firenze non si sa come ricollocare".