Dino Pes vince il palio per cuori forti Zia Zelinda vola e beffa tutti i big

Il fantino era di rincorsa per San Pierino che aveva trionfato l’ultima volta sempre con una femmina. Il via quando ad un passo dal rinvio. Clima incandescente, Bircolotti bravo a gestire la situazione

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di Laura Valdesi

Beffa tutti, Dino Pes. La classe non è acqua. Vale per il fantino ma anche per Zia Zelinda che, 12 anni dopo il successo di un’altra femmina, Melantò de Aighenta, riporta il palio in San Pierino. E fa esultare il suo proprietario, Luca Anselmi. "Il più temibile è Zarck, nella Querciola, sennò non ce n’è con la Zia", affermava ieri a mezzogiorno uno che di cavalli se ne intende davvero. E che da Siena partiva per Fucecchio. Infatti in questo palio estenuante, corso solo alle 20.45 quando si stava per decidere il rinvio per oscurità, dopo aver visto di tutto e messo a dura prova il cuore del mossiere Renato Bircolotti, finalmente sono partiti. Dino Pes era di rincorsa. Mentre gli altri, fra i canapi per un’ora e mezzo abbondante, avevano perso smalto ed energie lui è andato subito in testa piazzandosi davanti a Carlo Sanna su Zenia Zoe, in Cappiano, uno dei grandi favoriti. Che era stato ’lavorato’ ai fianchi dalla rivale Ferruzza, con Enrico Bruschelli su Vittorino, che dal quinto posto avuto in sorte nella finale, si spostava al primo dove c’era appunto Sanna. Un tormento, che gli è costato tre richiami da parte di Bircolotti: lo sognerà anche la notte tante volte ha pronunciato il nome della Ferruzza per evitare la ’caccia’ alla rivale. Il palio non ha avuto storia: Zia Zelinda ha volato facendo il vuoto nell’ultimo tratto tanto che il fantino si è girato a vedere gli inseguitori ormai a distanza di sicurezza, salutando con il frustino il palco. Per la cronaca ad agguantare la finale erano stati Carlo Sanna sulla sua Zenia Zoe (Cappiano), al canape poi le due rivali Borgonovo (Gavino Sanna su Zaminde) e Botteghe (Giuseppe Zedde su Bosea) che si sono marcate a vicenda, contribuendo alla mossa lunghissima. Le Botteghe non volevano saperne di un possibile ’cappotto’ dell’avversaria. Quindi Sebastiano Murtas sulla rivelazione Austesu (Samo) che si è comportato molto bene sia alla partenza che in corsa. Bravi entrambi. Poi Enrico Bruschelli su Vittorino (Ferruzza) che ha fatto capire subito quale era il mandato ricevuto, bloccare la rivale. C’era Giovanni Atzeni su Zamura (Sant’Andrea), che ha mostrato una freddezza glaciale tirando fuori dalla cavalla il massimo delle potenzialità, poi Alessio Migheli su Arathon (Torre) e di rincorsa come detto Dino Pes. Un palio ad alto tasso di emozioni davanti a centinaia di senesi e alle dirigenze, che ha lanciato segnali in chiave Provenzano. Su quanto sono agguerriti i fantini, sul gioco delle avversarie che dopo due anni non volevano saperne di perdere, sulle capacità dei giovani emergenti. Vedi Antonio Mula che non è riuscito ad andare in finale per Massarella su Spartaco, cavallo di Adrian Topalli, infortunato a Monteroni che ieri ha guardato il palio sul palco. Una prova pesante per Mula in quanto la prima batteria è stata come un palio fra imprevisti e bizze del cavallo di Querciola (vedi articolo sotto). Ha dimostrato che in questo gioco ci può stare e merita di essere rivisto. Nonostante le polemiche sulla mossa data buona, Bircolotti ha gestito in maniera egregia la situazione. Senza perdere la pazienza, alzando la voce quando serviva, mantenendo la calma e, nella prima batteria, assumendosi anche la responsabilità del cambio di busta. Un palio per cuori forti. Come sarà quello del 2 luglio. Quello della ripartenza per Siena.