DIMASSIMO CHERUBINI
Cronaca

Diga di S.Piero in Campo Approvato finanziamento per lo studio di fattibilità

Presto il via alle procedure per realizzare un progetto iniziato negli anni ’80. Il consigliere regionale della Lega Casucci dà l’annuncio della novità .

di Massimo Cherubini

Il finanziamento per lo studio di fattibilità delle diga di San Piero in Campo è stato approvato e concesso. Presto il via alle procedure per realizzate un progetto iniziato negli anni Ottanta e interrotto dopo dieci anni.

La notizia dell’erogazione del finanziamento è arrivata da una nota del consigliere regionale della Lega Marco Casucci. "Grazie all’intervento del Ministro Salvini – si legge nella nota - è stato dato il via libera al finanziamento dello studio di fattibilità della diga di San Piero in Campo sul fiume Orcia che si estenderà nei territori dei comuni di Radicofani e Pienza. Si tratta - aggiunge il consigliere Casucci - di un significativo passo avanti, molto atteso dagli agricoltori locali che potrebbe avere anche interessi dal punto di vista turistico. L’auspicio è che dopo questo intervento ministeriale consenta, in tempi brevi, una necessaria progettualità per procedere alla realizzazione dell’opera".

Nei giorni scorsi lo stesso consigliere ha fatto "un approfondito sopralluogo nella zona, a Contignano, dove ho incontrato diversi abitanti. Con loro ho parlato anche dell’emergenza lupi (da me rappresentata da tempo in Consiglio Regionale) e di problematiche legate ad altre criticità di infrastrutture (vedi pone della Nove Luci) esistenti nella zona". Il tema di grande attualità è quello di creare bacini artificiali in grado di fronteggiare le previste criticità idriche che, tra i tanti problemi, provocherebbero danni e conseguenze incalcolabili per l’agricoltura. La diga di San Piero in Campo. Una opportunità mancata, come nel febbraio scorso scrisse Marcello Ramacciotti, ex presidente della Comunità Montana dell’Amiata dal 1981 al 1991. Un decennio nel quale prese il via la realizzazione della diga con una spesa di dieci miliardi delle vecchie lire. Il tutto svanì nel nulla per le proteste di una gruppo di ambientalisti fatte proprie dall’assessore regionale che doveva mandare avanti l’opera. Ora, di fronte all’emergente crisi idrica, in molti ammettono che quella rinuncia, costata, come detto, dieci miliardi di vecchie lire, fu un errore. Ora si riparte dallo studio di fattibilità. Per valutare quello che può essere recuperato, se può essere recuperato, dalle opere, ovviamente oggi deteriorate e non rispondenti alle moderne tecnologie, realizzate quando partì la realizzazione della diga di San Piero In Campo.