Decreto liste di attesa: "Risorse sulle tecnologie più soldi per chi le usa"

Il presidente dei medici senesi Roberto Monaco interviene nel dibattito "Il cittadino ha diritto a curarsi, ma non tutte le prescrizioni sono necessarie".

Decreto liste di attesa: "Risorse sulle tecnologie più soldi per chi le usa"

Decreto liste di attesa: "Risorse sulle tecnologie più soldi per chi le usa"

"Le liste d’attesa sono il problema per la buona sanità: non è concepibile che il cittadino che paga le tasse debba aspettare mesi nel percorso di cura", così Roberto Monaco, presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia, interviene sulla vicenda sanitaria del momento, il decreto ’liste di attesa’ del ministro Schillaci, che dà indicazioni organizzative ma non stanzia risorse.

"Vedo il bicchiere mezzo pieno - argomenta il dottor Monaco – di fronte all’attenzione innegabile del Governo verso la sanità, con l’obiettivo di trovare soluzioni. Sono prese in considerazione le richieste dei sindacati con l’abolizione del tetto di spesa e incremento del 15% della spesa stessa, seppur dal 2025; poi la defiscalizzazione delle ore di lavoro, che rendono la sanità pubblica più attrattiva del privato. Il bicchiere è mezzo vuoto quando si addossa il problema al medico, che è invece la soluzione. Siamo d’accordo che i fondi Pnrr vadano sulle strutture e sulle tecnologie, ma se non c’è personale per far funzionare la tac di ultima generazione, allora non ha senso".

Di fronte ad un decreto che chiede alle aziende sanitarie e ospedaliere di aumentare l’offerta specialistica e diagnostica, è di nuovo sollevata la riflessione sull’aumento delle prescrizioni da parte dei medici che per i pazienti richiedono sempre più pareri ed esami: "Dopo il Covid è cambiato il mondo - prosegue Monaco –, con corsa a fare esami e recuperare le prescrizioni non erogate. E’ il momento di costruire un’alleanza in nome dell’informazione, ovvero educare i cittadini in termini sanitari, per far capire che non tutte le prescizioni sono necessarie".

Il problema liste di attesa tocca i medici specialisti e tecnici diagnostici in primis, ma il personale tutto della sanità soffre la mancanza di risorse e quella coperta corta che acutizza il deficit del bisogno di salute: "Le stime dicono che in Italia mancano 60mila infermieri – sottolinea Michele Aurigi, presidente Ordine delle professioni infermieristiche di Siena -. E il problema è il futuro: in quest’anno accademico c’è stato un calo del 10% delle iscrizioni ai corsi delle Professioni sanitarie. Poco appetibili per un giovane, con un gap di stipendio del 40% rispetto ad altri Paesi: a fine studi il lavoro è assicurato ma anche la fatica e la scarsa valorizzazione del professionista".

Paola Tomassoni