PINO DI BLASIO
Cronaca

Da Estra a Mps presidenti ed ex sotto scacco

Pino

DI Blasio

Martedì 28 luglio a Prato i soci di Estra, tra cui Intesa, ascolteranno dal presidente Francesco Macrì la sua versione sulle inchieste aperte ad Arezzo in merito alla sua nomina, alle sponsorizzazioni e alle operazioni societarie opache, per un valore che si aggirerebbe sui 2 milioni di euro, contestategli dalla procura. La richiesta di rinvio a giudizio, prima di tutto per la nomina ritenuta illegittima, è solo una questione di tempo: il pm incaricato dell’inchiesta Roberto Rossi la presenterà o ad agosto o a ottobre, prima o dopo il voto per il Comune di Arezzo. Visto che, assieme a Macrì, è indagato anche il sindaco Alessandro Ghinelli e i vertici di Consiag. Avere un presidente rinviato a giudizio e uffici che sono stati già perquisiti dalla Finanza, con tanto di documentazione sequestrata, non è certo una bella pubblicità per una società che fattura un miliardo di euro, che ha centinaia di dipendenti, contratti pubblici in dieci Regioni d’Italia e aspira alla quotazione in Borsa.Quindi i soci, tra cui Intesa, chiederanno a Macrì un passo indietro o almeno una riduzione dei suoi margini di manovra. Lasciandogli poche deleghe.

Da Estra al Monte. Giovedì 30 luglio un consiglio d’amministrazione diviso tra attendisti e colpevolisti, deciderà se varare l’azione di responsabilità contro l’ex presidente Profumo, a processo a Milano per la faccenda dei derivati, oppure far scattare la prescrizione il 5 agosto e rinunciare a ogni causa legale. Molto probabile che arrivi una soluzione di compromesso, una sorta di azione a orologeria, che decadrà in caso di assoluzione di Profumo. Per il Monte, però, i temi cruciali sono altri, a partire dalla Bce su Hydra e il report di Mediobanca sui possibili alleati. Considerando la confusione sotto il cielo di Siena, che senso ha per Palazzo Pubblico dedicare così tante energie e parole a un armeno misterioso, che risponderebbe al nome di Gevorkyan e che voleva comprarsi il Siena?