
La novità arriva in fondo, quando sono le 17 passate. E l’ex presidente della fallita società Ac Siena Massimo Mezzaroma già da due ore e mezzo risponde alle domande del pm Siro De Flammineis e del presidente del collegio Ottavio Mosti nel processo che lo vede imputato. E’ l’avvocato Voce della curatela fallimentare a far emergere, tra l’altro, con le sue sollecitazioni che la villa di Cortina dell’ex patron bianconero è stata alienata alcuni mesi fa. Effetto di un’esecuzione immobiliare, c’era infatti un’ipoteca. Il legale sottolinea "che risulta ancora fra le sue proprietà nel piano di sovraindebitamento". Mezzaroma ribatte che si tratta di un debito soddisfatto da un bene personale. "Soldi che ho preso e messo nel Siena erano garantiti con un immobile", chiarisce. Che tra l’altro ha un valore che sfiora i 2 milioni di euro. Ma nel complesso processo che cerca di scavare nelle ragioni del fallimento e di capire anche se i creditori potevano essere liquidati, l’avvocato della curatela che è parte civile spinge molto anche sulle cifre "dell’operazione complessiva nell’ambito della quale decise di acquistare il Siena calcio". Chiede Voce "se, lo sa, relativamente al direttore sportivo Giorgio Perinetti reso disponibile dal Bari calcio se fu dato dalla Banca un finanziamento". E Mezzaroma scuote la testa: "Non se ne parlò in quella sede". Riferendosi, probabilmente, all’incontro a Bologna dove gli venne comunicato che era stata trovata la quadra e che Perinetti alla fine avrebbe diretto i bianconeri. Ci si sofferma anche sui 22,5 milioni di euro dell’operazione del marchio nell’udienza fiume che è soltanto il secondo capitolo della deposizione dell’ex patron bianconero. La conclusione è prevista il 18 marzo quando, invita il presidente Mosti, "saranno ascoltati altri imputati". E volge lo sguardo ai difensori. Ma nessuno si sbilancia anche se si tratterà di una seduta dalle 10,30 fino alle 17,30. Nel corso della deposizione si è tornati a lungo sul tema del ‘paracadute’ , è stato delineato il rapporto con l’architetto Pallanch e con l’avvocato Amato, entrambi imputati nello stesso processo, scavando sui contorni e le ragioni della cessione del credito. Mps viene ripetutamente chiamato in causa quando l’ex presidente spiega, per esempio, che all’inizio del campionato si sapeva a quanto ammontavano i diritti televisivi che venivano ceduti come crediti alla banca che metteva a disposizione la somma per effettuare i pagamenti federali.
La.Valde.