Crac Ac Siena, il processo ’chiude’ a luglio

Accelera il collegio: 8 e 22 la discussione, poi la sentenza. Il 24 giugno accompagnamento coatto di due testimoni e visita fiscale per uno

di Laura Valdesi

SIENA

Il colpo di scena è arrivato a fine udienza. Dopo sei ore in aula per ascoltare ieri i testimoni dell’ex presidente dell’Ac Siena Massimo Mezzaroma, sotto processo insieme ad altri sette per la vicenda del fallimento della società, il collegio presieduto da Ottavio Mosti ha dato un segnale forte. Che questo processo, iniziato nel febbraio 2019, oltre due anni fa, intende concluderlo prima delle ferie giudiziarie di agosto. E, forse, anche prima di lasciare il tribunale di Siena. Di qui il cronoprogramma particolarmente rigido che impone alla difesa Mezzaroma di terminare con la propria lista testi il 24 giugno. Di più: per due è stato disposto l’accompagnamento coatto in aula e per un terzo, invece, è scattata la visita fiscale per verificare se è in condizione di presentarsi appunto il 24. Nelle altre due udienze fissate le conclusioni: parola ai pm Siro De Flammineis e Niccolò Ludovici l’8 luglio, quindi a difensori e parte civile il 22. Difficile che possa arrivare la sentenza in contemporanea ma non ci sarebbe da stupirsi. Comunque sarà fra fine luglio e i primissimi giorni di agosto che si conoscerà la decisione del collegio sul crac dell’Ac Siena e sulle responsabilità.

Al mattino il cuore dell’udienza era stata la testimonianza di Augusto Balestra di ’Orienta Partners’, nel 2013 amministratore delegato anche se adesso si occupa di altro. "Fummo chiamati da Mezzaroma – chiarisce – per supportare la società per fare un piano industriale per individuare un percorso". ’Orienta’ era una società di consulenza specializzata in ristrutturazioni aziendali nei settori più disparati. "L’anno prima, nel 2012-2013, ci eravamo occupati del Cesena Calcio con successo", dice. "Facemmo due proposte al Siena, di affiancare l’azienda per fare appunto un piano industriale, dall’altra di supportare la società nella possibile ricerca di partner finanziari. Procedemmo su entrambe le direzioni avendo come punto di riferimento l’iscrizione al campionato". Balestra sottolinea, incalzato da avvocati e pm, di aver fatto "una fotografia della situazione", che erano scattati i sacrifici quali, per esempio, l’eliminazione dei ritiri pre-partita, suggerendo di rinegoziare anche i contratti dei giocatori, la maggior parte dei quali accettò. Erano stati visionati i bilanci ma non ricorda cifre. "E’ passato molto tempo", ribatte il testimone. "Non facemmo la due diligence per verificare se ciò che si diceva era vero, non rientrava fra i nostri compiti", osserva confermando, quando glielo chiede l’avvocato Voce della curatela, che quest’ultima chiese gran parte dei compensi per l’attività svolta e ci fu una transazione. "Venne fatto un bonifico di 180mila euro – spiega – , in pratica ho pagato per aver lavorato". In un passaggio ammette "che se fossero state fatte le cose previste nel piano industriale, fra cui l’aumento di capitale, ci sarebbe stata continuità aziendale per l’Ac Siena".

Altri due testimoni vengono sentiti nel pomeriggio, il primo si sofferma sul closing dell’Ac Siena, la fase conclusiva dell’acquisizione, l’altro svela tra l’altro di aver anche scandagliato varie proposte di acquisto.