ANTONELLA LEONCINI
Cronaca

"Così ci hanno rubato un’altra occasione"

Delusione e sconforto nei bar della città con il ritorno in zona arancione per San Valentino. E senza servizio i clienti diminuiscono

di Antonella Leoncini

"Un altro grave colpo per i bar", dice Dhimiter Simaku, responsabile con il Conca d’Oro della rete dei locali Nannini nel centro storico. È durata poco più di un mese la libertà della zona gialla e dalla mezzanotte la Toscana è tornata arancione. Locali, bar e ristoranti tornano al solo asporto, vietate consumazioni al banco e ai tavoli. I gestori soffrono e si lamentano; dopo la ventata di ossigeno, le nuove restrizioni, l’altalena fra ciò che è o non è possibile, rischia di far scivolare chi sta dietro il banco sull’orlo di una crisi di nervi e di bilanci in rosso acceso. "Speravamo – continua Simaku – che le nuove restrizioni fossero almeno rinviate a domani, concedendoci la Festa di San Valentino. Abbiamo preparato dolci per l’occasione, i clienti avrebbero festeggiato con l’aperitivo: invece niente". E, memore delle precedenti esperienze in zona arancione, ha altro da aggiungere. "Alcuni clienti comprendono i nostri disagi, aspettano, ma non tutti si adeguano alla situazione dell’asporto. Così, i movimenti si dimezzano ed anche di più. Avevamo sperato nella ripresa con la zona gialla dopo i divieti del periodo natalizio, quando i nostri bilanci si sono ridotti del 75 per cento rispetto agli anni passati. I numeri parlano chiaro: senza turismo, con i senesi demotivati, difficile essere ottimisti. Speriamo che i limiti siano rispettati, le persone siano responsabili, i contagi si abbassino e, almeno in primavera, si possa riprendere il percorso verso la normalità".

"Abbassiamo con senso di responsabilità le saracinesche – afferma Fausto Jannaccone, Bar Il Palio – Non vediamo, anche per senso civico, altra alternativa. I contagi sono aumentati; è meglio sacrificarsi a febbraio o,comunque, prima della primavera, contando che a Pasqua la situazione si possa normalizzare e sia possibile un progressivo ritorno alla normalità. Certo, dobbiamo rinunciare alla nostra attività con tutte le conseguenze. Soprattutto in Piazza del Campo l’asporto non ha molto senso. I clienti vengono al bar per godersi un caffè in Piazza del Campo, rilassarsi. Quando ciò non è possibile, a malincuore, ma è preferibile sopportare certe perdite, aspettare e investire in tempi migliori".

Alessandra Mancuso, responsabile del Bar Quattro Cantoni, ieri era disorientata, delusa ed arrabbiata. "Già oggi, ultimo giorno in zona gialla, di clienti se ne vedono pochissimi. Sono demotivati, sono già entrati nella filosofia della zona arancione. Con le restrizioni, i movimenti sono crollati vertiginosamente. Colpa anche dei musei chiusi: siamo a pochi metri dal Duomo, dal Santa Maria della Scala, da Piazza del Campo. I nostri incassi derivavano soprattutto dai turisti, adesso assenti. L’asporto non sempre funziona, soprattutto quando fa freddo: i nostri clienti sono abituati al vetro e alla ceramica, bere in un bicchierino di carta o plastica, toglie il piacere della degustazione".

"Le restrizioni – osserva Claudio Borgogni, Bar San Pietro – uccidono la vocazione, le caratteristiche del bar: si entra per fermarsi, bere un caffè, scambiare due parole. Il nostro locale vuol dire compagnia, socialità: tutto questo non c’è più. Certo i nuovi divieti hanno tolto le opportunità di una festa importante. Ma sappiamo come funziona: la sera a Roma decidono, un giorno per adeguarsi e poi scatta il divieto. Questa volta ha coinciso con San Valentino".