Concorso burla al Santa Maria In Comune è caccia ai responsabili

La mancanza di connessione wi-fi ha indotto ad annullare i test di preselezione. Le critiche di Valentini e Piccini

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A Palazzo pubblico scatta la caccia a eventuali responsabilità. Il giorno dopo l’annullamento della prova preselettiva del concorso pubblico per titoli ed esami indetto dal Comune per l’assunzione di due Istruttori amministrativo-contabili di categoria C, è polemica dentro e fuori gli uffici di Piazza del Campo. Si vuole capire la ratio che ha indotto la commissione esaminatrice, guidata dal dirigente Gianluca Pocci, ad annullare i test per la mancanza di connessione wi-fi. La decisione sarebbe stata presa dai commissari, costretti dagli eventi, ma nel mirino c’è anche il Ced del Comune, ’reo’ di non aver garantito i servizi informatici. La cronaca di quanto avvenuto al Santa Maria della Scala viene riportata da Bruno Valentini sui social: "Non c’è linea, non c’è campo, come accade nei boschi della Montagnola o nei vigneti del Chianti. Apprensione, incertezza, caos. La commissione comunale cosa fa? Annulla la prova e la rinvia? No, decide che tutti saranno ammessi alla prova successiva. I primi cento candidati sono perplessi. Poi arrivano i secondi cento. La connessione Internet funziona o no? Non importa. Per uniformità, se gli altri sono stati tutti promossi sul posto, come si fa a sottoporre il secondo lotto ad un esame vero? Promossi d’ufficio anche loro". Valentini conclude parlando di "barzelletta del concorso dove tutti passano grazie alla mancanza di linea".

Altrettanto severo il giudizio del capogruppo di ’Per Siena’, Pierluigi Piccini: "Non sappiamo se ammettere tutti all’orale sia legittimo perché si cancella una prova prevista dal bando e si introduce un pericoloso precedente – evidenzia –. Poi chi ammettere: tutti gli iscritti? Quelli che erano presenti ieri? Che potere ha il dirigente di modificare il concorso in violazione del bando? La decisione può costituire abuso d’ufficio. Tutto questo poi per rimediare a un disservizio degli uffici". Poi la conclusione: "Proviamo a pensare se analogo principio potesse applicarsi al concorso per notaio o per magistrato".

Cristina Belvedere