Chiusura a Siena, l’idea di Letta

Il leader del Pd pensa all’epilogo della campagna elettorale dopo il 20 settembre con i candidati nei collegi

Il segretario nazionale Pd Enrico Letta dovrebbe chiudere la campagna elettorale del centrosinistra a Siena. In queste ore si sta cercando la soluzione giusta, incrociando agende e disponibilità, per organizzare l’evento conclusivo nel capoluogo, dove dovrebbe tenersi mercoledì 21 o giovedì 22. Un appuntamento in grande stile, con i candidati nei collegi della Toscana del sud, in una campagna elettorale che per tutti gli schieramenti si è alternata soprattutto tra propaganda social e incontri nelle piazze e nei circoli, quelli che consentono di dialogare faccia a faccia con i cittadini.

Il tradizionale comizio dal palco sembra appartenere ormai al passato, così come i manifesti lungo le strade, ma per le conclusioni delle campagne elettorali si cerca ancora di promuovere eventi di richiamo. E così il segretario Pd arriverà in città all’indomani dell’aumento di capitale di Banca Mps, una scelta che Letta ha sostenuto nelle scorse settimane come la più opportuna in questa fase. Così come sarà rivendicata la proposta del Biotecnopolo, che ha già ricevuto via libera formali, finanziamenti e per il quale si attende la nomina dei consiglieri di amministrazione insieme al direttore scientifico (passaggio sul quale il centrodestra chiederebbe invece di attendere il prossimo governo, ma con ogni probabilità non sarà così).

Letta tornerà dunque nel collegio dove è stato eletto nelle suppletive dell’ottobre scorso, quando prese il posto di Pier Carlo Padoan, dimessosi per andare a presiedere Unicredit. Al suo fianco avrà sicuramente i candidati Pd: Silvio Franceschelli, sindaco di Montalcino ed ex presidente della Provincia, in corsa al Senato, l’ex presidente della Regione Enrico Rossi proposto per il collegio della Camera, i candidati al proporzionale a partire dalla capolista Laura Boldrini, ex presidente della Camera.

Collegi che fin dall’inizio sono stati considerati come contendibili, nella nuova geografia elettorale scaturita dalla riduzione dei parlamentari. L’unione con Grosseto alla Camera e Arezzo al Senato, per quanto riguarda l’uninominale, complica le cose per il centrosinistra, che deve confrontarsi con territori dove la vocazione di centrodestra è consolidata ed esprime tutti e tre i sindaci dei capoluoghi. Rispetto ai collegi considerati blindati, come quello senese, un cambiamento epocale che rende molto più complicata la corsa per il centrosinistra.

O.P.