di Roberto Borgioni
SIENA
"Le indicazioni su AstraZeneca non sono state chiare, ci sono stati troppi passaggi intermedi e contradditori che hanno mandato anche i medici nel pallone. In realtà, i dati sugli effetti collaterali di AstraZeneca sono percentualmente quasi identici a quelli di Pfizer. Si rientra nella casistica, però è necessario valutare bene le patologie pregresse e approfondire il perché delle morti provocate da eventi trombotici, come quella della giovane Camilla". A parlare è Emanuele Montomoli, docente di Sanità pubblica all’Università di Siena ma soprattutto fondatore e responsabile scientifico di Vismederi, società senese che valuta la risposta immunitaria dei vaccini.
Professor Montomoli, ma cosa succede con AstraZeneca? Quali sono le sue valutazioni dopo il blocco delle somministrazioni a chi non ha superato i 60 anni?
"Dico subito che se non ci fosse stata AstraZeneca, non saremmo stati così coperti. Prima di sparare a zero su questo vaccino, a mio avviso, bisogna indagare. La somministrazione agli under 60 andrebbe sospesa per una settimana per verificare le patologie pregresse e capire bene quali sono le limitazioni".
Quindi AstraZeneca non va bloccato tout court?
"Tra AstraZeneca e gli altri vaccini, in Italia abbiamo 7 milioni e mezzo di dosi già disponibili nei frigoriferi. Vogliamo buttarle?".
C’è una cosa che molti faticano a capire: perché AstraZeneca va bene per una persona di 61 anni e non per un’altra che ne ha 59. Dove è il limite?
"Credo che il sistema per fasce d’età sia giusto, ma devono avere anche una base certa, scientifica. Altrimenti si generano solo confusione e paura".
Altra domanda sempre più frequente: ma i vaccini antiCovid sono davvero sicuri?
"Sono sicuri come gli altri. Solo che, ad esempio, quelli contro l’influenza stagionale sono stati testati in tempi molto più lunghi, anche su volontari sani. I vaccini contro il Covid sono stati invece studiati, realizzati e prodotti in una fase temporale molto più stretta e hanno dovuto superare in pochi mesi le tre fasi dei test. E questo aspetto va considerato".
A proposito di test: come valuta la carenza di pazienti disposti a sperimentare gli anticorpi monoclonali di Tls?
"La carenza di pazienti, a mio avviso, si poteva prevedere. Bisognava accelelare nella fase precedente, ma l’epidemia non è ancora finita".
Professor Montomoli, come valuta gli open day?
"Credo che le vaccinazioni vadano gestite per gruppi di età e in base alle condizioni di salute. Perché altrimenti si possono creare altre situazioni di confusione. Non ce n’è bisogno".