Centrodestra ad alta tensione

Nisini bacchetta Galligani: "Da lui giudizi incomprensibili". Duello sulla leadership con Fratelli d’Italia

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Raccontano dietro le quinte che alla fine la lite si ricomporrà, che il centrodestra archivierà come un’occasione persa le regionali e la Lega quella, ancora più concreta, di mandare un proprio rappresentante a Firenze. L’elezione di Galligani è sfumata per 800 voti (premiato il collegio di Grosseto), risultato figlio anche del vistoso arretramento a Siena rispetto agli equilibri provinciali.

Ma lo scossone non è stato banale. E lo dimostra l’intervento di Tiziana Nisini che, in coppia con Paolo Salvini commissario comunale, non ha potuto fare a mano di bacchettare Riccardo Galligani, suo capolista che dopo il voto se l’è presa un po’ con tutti: col partito di Siena (problema interno), con gli alleati e in particolare con Fratelli d’Italia (per l’esultanza con allusione alla richiesta di posti nelle giunte, problema esterno), con l’amministrazione comunale invitata in sostanza a cambiare passo (problemone esterno).

Tutto ciò non poteva passare sotto traccia e così Nisini, insieme a Salvini, ha dovuto riprendere pubblicamente quello che peraltro è un suo stretto collaboratore al Senato. "La Lega a Siena esprime un vice sindaco, un assessore e sei consiglieri comunali che lavorano al fianco del sindaco e col resto della maggioranza in totale armonia. Non condividiamo assolutamente certi giudizi che lasciano l’amaro in bocca e sono del tutto incomprensibili", è quanto affermano Nisini e Salvini.

"La sezione della Lega di Siena, così come tutto il resto della Lega in provincia, ha lavorato per tutta la campagna elettorale accanto ai nostri candidati organizzando eventi e iniziative con grande spirito di squadra. Lo stesso spirito di squadra guida la Lega nella città di Siena, dove puntiamo a fare il bene della nostra città e del territorio, mettendo davanti ad ogni cosa i cittadini e il buon governo della cosa pubblica". Per il momento il confronto pare fermarsi qui. Ma fino a quando?

In Comune non ci sono problemi per la maggioranza, anche se il 25-8 attuale in consiglio presto potrebbe trasformarsi in 24-9: le voci di uscita di Sena civitas sono ricorrenti, tra Staderini e il governo della città la rottura è conclamata e aspetta solo di essere messa agli atti. Per inciso, una parte dell’associazione compresi i vertici si è orientata proprio su Galligani, alle regionali. Il risultato non è stato esaltante.

Ma la frizione con Fratelli d’Italia generata dalle uscite di Galligani (il famoso appello al "voto utile" alla presentazione della candidatura, le dichiarazioni dei giorni scorsi) nasconde in realtà un panorama uscito stravolto dalla consultazione. È vero che si parla di elezioni diverse, con tutte le analisi connesse, ma il quadro uscito dal 21 settembre è chiaro: in città Fratelli d’Italia ha ottenuto un risultato che ne fa il (potenziale) traino della coalizione. E forse è proprio questa considerazione ad aver spinto Galligani a chiamare in causa (anche) gli alleati. Sul tavolo è rimasto non solo un seggio, ma anche la leadership virtuale del centrodestra.

È pur vero che il 2023 è lontano, che c’è ancora metà mandato amministrativo, che ogni mossa del centrodestra non potrà prescindere dalle decisioni del sindaco Luigi De Mossi sulla sua eventuale ricandidatura, ma sarebbe ingenuo non ipotizzare che questo risultato da qui in avanti possa avere risvolti sulle alchimie della maggioranza. Compresa una componente civica di fatto da ricostruire, visti gli attuali rapporti.

Orlando Pacchiani