Bonus cultura, la truffa da La Nazione a Report: "Rubati ai nostri figli soldi e identità digitale"

Querele e storie rivelate da Mario Lombardi e da sua moglie Adriana "Dai cento casi di Siena ai 620 diciottenni derubati in Italia secondo la procura di Trieste. Abbiamo fatto scoprire provider ’colabrodo’".

Bonus cultura, la truffa da La Nazione a Report: "Rubati ai nostri figli soldi e identità digitale"

Bonus cultura, la truffa da La Nazione a Report: "Rubati ai nostri figli soldi e identità digitale"

Una vera e propria truffa ai danni dei giovani e un colpo gravissimo alla transizione digitale: il bonus cultura di 500 euro riconosciuto dal Ministero ai neodiciottenni, sfumato per almeno 620 ragazzi – un terzo senesi – che ne hanno fatto denuncia alle autorità (solo la punta dell’iceberg), è stato al centro della puntata di Report di domenica. Una falla nel sistema denunciata in primis da La Nazione. Dai bonus rubati è emerso un problema ancora più grave: la Spid, o credenziali digitali - attraverso le quali si scarica il bonus sulla 18App - è ’creabile’ e quindi duplicabile da chiunque, a partire da un codice fiscale, che non è segreto.

Il meccanismo di duplicazione Spid, non ostacolato da alcun controllo, è stato spiegato e ’provato’ durante la trasmissione tv dalla giornalista Lucina Paternesi, che anni fa ha lavorato per la Nazione a Siena. Dopo il coperchio alzato da Report, l’Agenzia nazionale per l’Italia digitale ha avviato le ispezioni sul rilascio dello Spid e rivelato che il provider Admiral è stato multato per 400mila euro.

Ed è senese la coppia di genitori, Mario Lombardi (per 40 anni dipendente de La Nazione a Siena) e Adriana Albero, che ha ripercorso davanti alle telecamere di Report la vicenda del bonus cultura ’rubato’ a migliaia di diciottenni dal 2021 al 2023. senesi anche alcuni ragazzi apparsi nel servizio di Report girato nel settembre scorso. "La nostra è una storia che si ripete per ben due volte - raccontano Adriana e Mario Lombardi –. Nel 2021, il primogenito è beneficiario del Bonus cultura. Utilizzabile per accedere ad acquisti culturali, dai libri universitari ai biglietti di musei, concerti , cinema e quant’altro. Ma, fatto lo Spid per accedere alla piattaforma del Ministero, denominata ’18app’, ecco la scoperta che i soldi erano già stati spesi presso esercenti sconosciuti (una libreria) da chi si fingeva essere lui. Il tutto tramite lo Spid, che si è scoperto solo ora duplicato e rilasciato da un provider. A distanza di due anni, e dopo aver denunciato l’accaduto alle forze dell’ordine e al Ministero, rimasto sempre silente, la vicenda si ripete con l’altro figlio. Questa volta il bonus è stato in minima parte speso quando i ladri si sono ripresentati per i restanti 387 euro, con le stesse modalità. Questa volta insieme a tante famiglie malcapitate abbiamo creato un gruppo whatsapp".

"Sono rammaricata e delusa di vivere in un Paese dove non viene tutelato il cittadino – ancora mamma Adriana –. Soprattutto la doppia vicenda mi fa percepire la completa assenza delle Istituzioni, non essendoci stata nel 2021 nessuna soluzione e consentendo la perpetuazione della truffa. Non bloccare l’attività illecita seriale che già nel 2021 aveva portato via a tanti ragazzi la realizzazione di qualche desiderio, mi lascia attonita ed esterrefatta. Lo Stato si fa promotore di iniziative culturali egregie che purtroppo vengono spesso disattese poiché l’uso degli strumenti non è protetto né garantisce l’incolumità da illeciti. Senza pensare che tali cifre derubate, altro non sono che le tasse pagate in quanto cittadina italiana".

"Mi sono rivolta a Report – l’ultima mossa della coppia –per un risalto mediatico nazionale e per raggiungere tante altre vittime. Vorrei riuscire a concedere ai miei figli quei bonus loro dedicati su una piattaforma senza custodia, un portafoglio ’virtuale’ creato dal Ministero, che al primo disonesto presentatosi ha consegnato il tesoro nella modalità più snella e veloce, subendo anche un furto di identità digitale che apre a scenari inquietanti. A questo punto, vista la conclamata truffa e le sanzioni commisurate da Agid, perché non restituire quanto dovuto ai ragazzi che ad oggi risultano le uniche vittime sacrificali?".