Bianchi, la forza della gentilezza. Da assessore, professore e priore

Una foto una storia Il tratto distintivo di un docente appassionato. La delega allo sport, la guida della Torre .

Bianchi, la forza della gentilezza. Da assessore, professore e priore

Bianchi, la forza della gentilezza. Da assessore, professore e priore

La gentilezza è un segno di fede e persone come Massimo Bianchi lo insegnano da sempre: mi è sempre sembrato opportuno nei modi e nello stile, quasi lontano da certe riffe politiche ed umane. Bianchi è un personaggio atipico di una città che vorremmo: eppure il suo radicamento è netto e spontaneo: docente universitario, già assessore al bilancio e allo sport, presidente del Consiglio Comunale e poi, da non molto tempo, priore della Torre dopo essere stato a lungo vicario.

Eccolo ritratto ai giorni comunali da Augusto Mattioli. Le sue passioni, oltre a quelle inevitabilmente citate, sono per quella storia della città che si mischia alla buona memoria, al garbo e alla capacità di gestire i rapporti con gli altri. In altre parole, la misura, quella che oggi sembra davvero fuori da ogni rituale, da ogni buona abitudine.

Probabilmente sono stati i suoi maestri, i suoi docenti, che gli hanno dato quelli che nello sport si chiamano fondamentali, per poter essere quello che è, in uno stile tutto suo, dove le opinioni contano, dove si ascolta oltre che parlare. E poi i riferimenti contradaioli, ci viene alla mente Artemio Franchi di cui è un profondo cultore, per saper mediare gli interessi particolari senza dimenticare il contesto generale, ovvero prima viene la comunità delle Contrade e poi il proprio rione, senza che nessuno poi ci scapiti. E’ una questione di equilibrio ed in questo Bianchi è davvero un maestro. Se poi volete approfondire il suo spessore di docente sempre impegnato, andate a risentirvi il suo discorso al Consiglio comunale di pochi mesi fa, per il Giorno della memoria: "La memoria acquista poi - racconta Bianchi - un significato più profondo specialmente quando si è chiamati a realizzare un compito proprio degli storici, ovvero quello di restituire al territorio in cui viviamo le conoscenze e i risultati delle nostre ricerche che, partendo dallo studio delle grandi questioni storiche fondamentali, finiscono poi per declinare nella prospettiva di osservazione della comunità locale".

Siamo tutti consapevoli di avere ereditato un passato talvolta difficile, ma sempre ricco di esempi e di ricchezza di idee, per questa questo scritto a lui dedicato non può concludersi che con la sua citazione su l’olocausto: "Dopo avere attraversato Auschwitz, si comprende assai meglio come ogni essere umano è custode della vita di almeno un altro essere umano".

Massimo Biliorsi