PINO DI BLASIO
Cronaca

"Beko, Mps, Biotecnopolo e negozi. Cgil in prima linea sulle vertenze"

Alice D’Ercole, prima segretaria generale della Camera del Lavoro. "Preoccupati per il futuro del sito di Siena. Centro antipandemico, il Governo si muova. La Banca redistribuisca gli utili anche ai dipendenti". .

"Beko, Mps, Biotecnopolo e negozi. Cgil in prima linea sulle vertenze"

"Beko, Mps, Biotecnopolo e negozi. Cgil in prima linea sulle vertenze"

Alice D’Ercole, segretaria generale Cgil Siena, prima donna a guidare uno dei sindacati con più iscritti in Italia. Perché non enfatizzate come Cgil questo primato?

"Perché è la punta di un percorso iniziato da anni ai vertici della Cgil, che ancora oggi conta tanti iscritti, il 20% dei residenti in provincia. Ci sono tante donne segretarie dei sindacati di categoria, dalla Fiom alla Fisac, dai chimici ai pensionati".

La vertenza prioritaria penso sia Beko Europe. Cosa chiede il sindacato?

"Le nostre richieste sono chiare, da quando fu prospettata la fusione tra Whirlpool e Arçelik e la possibilità di golden power da parte del Governo. Chiediamo il rilancio del sito di Siena, con un piano industriale che sancisca questo. La fusione è avvenuta da mesi, non sappiamo nulla del piano industriale né degli investimenti sui siti italiani, viale Toselli compreso. L’unica cosa certa è che si viaggia sempre con dieci giorni di cassa integrazione al mese. La Cgil vuole tutelare la produzione e l’occupazione dell’unica azienda a Siena, eccetto il farmaceutico".

Riguardo alle Scienze della vita cosa la preoccupa? Il piano di rilancio Tls, le frizioni sindacali in Gsk o il Biotecnopolo?

"Mi preoccupano tutte le situazioni. Non sappiamo nulla del piano Tls, è importante che ci sia però. Biotecnopolo e hub antipandemico scontano i gravi ritardi nell’erogazione delle risorse da parte del Governo. Ogni giorno che passa una prospettiva di sviluppo per il territorio rischia di svanire. Già dobbiamo fare i conti con 140 milioni in meno: Siena non può vedersi scippare anche i 240 milioni rimasti delle risorse stanziate per legge. Il centro antipandemico deve essere il propellente per le tante industrie delle scienze della vita nel territorio, anche per la creazione di nuovi lavori".

Perché la lite tra sindacati su Gsk? L’azienda va bene, tanto che premia i dipendenti...

"La Cgil ha chiesto l’inquadramento per contratto in un reparto. E’ un diritto, non deve passare come concessione dell’azienda. Non ci siamo mai alzati dal tavolo, se Gsk toglie le pregiudiziali, la trattativa si risolve".

La vertenza Avi.coop si è aperta in modo inatteso.

"Anche per i sindacati è stato un fulmine aciel sereno. A fine 2023 eravamo a discutere di contratto integrativo, a febbraio si agita lo spettro del taglio alla produzione. E’ preoccupante come la vertenza Beko, sono 200 lavoratori coinvolti, la maggior parte stagionali. Il timore è che si arrivi al logoramento del sito e di conseguenza alla perdita di posti in un’azienda che non ha ammortizzatori sociali perché è una coop. Una situazione pesante, incomprensibile perché si parla di un gruppo che fa fatturati milionari e decide di non investire più in un sito con 200 lavoratori".

Cosa pensa dello stato di salute del Monte dei Paschi? La recente selezione per 300 assunzioni non è un bel segnale?

"Le prospettive della Banca sono nettamente diverse rispetto a qualche anno fa. I bilanci si chiudono in utile, il capitale è solido. Visti gli esiti, bisogna salvaguardare il perimetro del gruppo. La città difenda strenuamente la direzione generale a Siena. Il rilancio del Monte dei Paschi è anche frutto del lavoro e dei sacrifici dei dipendenti: oltre a ritornare ai dividendi, servirebbe redistribuire gli utili premiando chi lavora. Lo Stato non deve arretrare, deve tenere quote".

Altre vertenze sul tavolo?

"C’è quella su Globo, spinosa più di altre. C’è un tasso di precarietà alto, soprattutto di donne. Si va avanti con contratti a tempo, noi chiediamo posti di lavoro più stabili".

Quali sono i rapporti tra Cgil e giunta di Siena?

"Non ci sono state discussioni tra giunta e organizzazioni sindacali sull’apertura notturna dei negozi. Non si combatte la desertificazione del commercio tenendo aperte le attività fino a mezzanotte. Anche perché la scelta va a scapito dei dipendenti. La risposta giusta alla chiusura dei negozi dovrebbe essere una politica attiva per calmierare gli affitti e rilanciare la città".