"Beko Europe-ex Whirlpool in Polonia licenzia 1.800 dipendenti e non chiarisce cosa intende fare in Italia. E’ urgente un nuovo incontro al ministero". Arriva forte e chiaro il messaggio dei sindacati nazionali di categoria, che dopo la riunione dei rispettivi coordinamenti, hanno deciso di avviare le prime forme di mobilitazione, annunciando per giovedì due ore di sciopero in tutti i siti italiani. A sollevare preoccupazione nelle parti sociali, la decisione improvvisa di Beko Europe di chiudere due stabilimenti in Polonia per trasferire la produzione in Turchia.
La segretaria di Fiom Cgil Siena, Daniela Miniero, non ha dubbi: "Altro che allarmismi, la situazione è veramente grave. Se Beko chiude due fabbriche in Polonia, dove il costo della manodopera è decisamente inferiore rispetto all’Italia e il numero dei volumi è più alto del nostro, questo non può che creare un alert. E’ quindi necessario dare subito un segnale". Ad aggravare il quadro generale, secondo Miniero, il fatto che "Beko ha distratto le lavorazioni verso la Turchia in siti del gruppo Arçelik": "Non vorrei che fosse un modo per concentrare la produzione in una sola area geografica facendo saltare il banco altrove". E infine: "E’ necessario intervenire anche con il Governo perché la distrazione della produzione verso Arçelik viola gli impegni assunti con l’Italia".
Categorico il leader della Fim Cisl di Siena, Giuseppe Cesarano: "Siamo preoccupati e delusi dal fatto che la multinazionale faccia ristrutturazioni in giro per il mondo senza comunicarlo. L’operazione in Polonia avrà ripercussioni in Italia, quindi c’è grande preoccupazione. Siamo infatti di fronte a uno ’spezzatino’, ora aspettiamo il nuovo incontro al ministero delle Imprese, che però tarda ad arrivare".
E sullo sciopero: "E’ necessario dare un segnale di disapprovazione sul metodo utilizzato dalla capogruppo Beko – conclude Cesarano – e intervenire sul ministero affinché acceleri i tempi di convocazione del tavolo a Roma". Massimo Martini, segretario della Uilm di Siena, non ha dubbi: "E’ chiaro che vogliono accentrare la produzione di alcune tipologie di prodotti. Il metodo e l’approccio utilizzati destano preoccupazione. E’ dunque necessario stimolare il Governo a indire un nuovo incontro al ministero. Da parte nostra, convocheremo le assemblee nei cinque stabilimenti italiani, in primis in quello di viale Toselli". L’analisi di Martini è infatti impietosa: "Il mercato dell’elettrodomestico in Europa è saturo, inoltre c’è la forte concorrenza della Corea che ha raddoppiato le vendite nell’Ue. Beko ha bisogno di razionalizzare per poter continuare a essere competitiva, ma lo stabilimento di Siena è quello con i numeri peggiori in Italia. In gioco c’è il futuro di 299 lavoratori".