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‘Banda del 5%’, tutti prosciolti. "Prescrizione"

La Corte d’appello di Firenze ha deciso ieri il ‘non luogo a procedere’ per l’ex capo dell’area finanza di Banca Mps Baldassarri e altri quattro

di Laura Valdesi

SIENA

"Non doversi procedere per intervenuta prescrizione". Così la prima sezione della Corte di appello di Firenze ieri ha chiuso (probabilmente in via definitiva anche se parti e Procura generale potrebbero sempre presentare ricorso in Cassazione) il secondo round davanti ai giudici sul caso della cosidetta ‘Banda del 5%’. Dopo la sentenza del 16 luglio 2019, in verità, quest’ultima non sarebbe mai esistita visto che il collegio presieduto da Luciano Costantini aveva mandato tutti gli imputati assolti perché il "fatto non sussiste". Erano accusati di associazione a delinquere relativa al solo broker ‘Enigma’, visto che dal marzo 2018 era stata dichiarata l’intervenuta prescrizione relativamente alla presunta truffa che vedeva al centro l’altro broker, Lambda. Una vicenda complessa che era nata da una costola dell’inchiesta Mps.

La procura di Siena aveva presentato ricorso, lette le motivazioni. Non per tutti ma soltanto per cinque nomi. Vale a dire l’ex capo dell’area finanza di Banca Mps Gian Luca Baldassarri, che era stato inizialmente anche arrestato, il suo vice Alessandro Toccafondi, più tre broker del gruppo italo-britannico-maltese ‘Enigma’: David Ionni, Maurizio Fabris e Fabrizio Cerasani. Vale a dire il quintetto per il quale era stata chiesta la condanna a 3 anni ed 8 mesi in primo grado. Secondo la procura senese infatti sarebbero state realizzate numerose operazioni di acquisto-vendita di titoli e obbligazioni, in prevalenza su mercati non regolamentari, con l’accordo di ‘Enigma’ che avrebbe riconosciuto illecitamente ai singoli dipendenti infedeli di Banca Mps parte degli utili. "Teorema indimostrato e anzi del tutto disatteso dalle risultanze di un lungo e impegnativo dibattimento davanti al tribunale di Siena", le parole dopo l’assoluzione del 2019 dell’avvocato Enrico Giarda, che difendeva Ionni e Cerasani.

C’era il solo Baldassarri, fra gli imputati, ieri in Corte d’appello. L’udienza è iniziata alle 15 e poco dopo i giudici si sono ritirati per decidere sulla questione avanzata dai difensori circa l’inammissibilità del ricorso del pubblico ministero. Soltanto che la Corte non si è limitata ad analizzare la questione di procedibilità ed è uscita pronunciando la sentenza. "Non doversi procedere per intervenuta prescrizione", come detto. Fra novanta giorni verranno depositate le motivazioni.

Chiuso definitivamente il capitolo della vicenda? Neppure per sogno. Perché il 10 dicembre scadevano i termini per il deposito della decisione da parte del collegio presieduto da Ottavio Mosti relativamente al procedimento di prevenzione a carico di dieci imputati fra cui l’ex capo dell’area finanza Mps Baldassarri. L’ultimo troncone dunque che è rimasto aperto e riguarda, come noto, la confisca di una grossa cifra – complessivamente intorno ai 25 milioni di euro – che la procura chiedeva. Stralciata la posizione di Allocco, che abita alle Bahamas, si era discusso per tutti gli altri. Lunedì probabilmente si saprà cosa ha deciso il giudice.