"Bagno grande, lo scavo che parla". Scritta bilingue in etrusco e latino

Scavo straordinario a San Casciano dei Bagni: un santuario ritrovato, una statua di Apollo, un'iscrizione bilingue etrusca e romana. Un progetto di archeologia civica per restituire un racconto e costruire un futuro.

"Bagno grande, lo scavo che parla". Scritta bilingue in etrusco e latino

"Bagno grande, lo scavo che parla". Scritta bilingue in etrusco e latino

Il Santuario ritrovato del Bagno Grande è uno scavo che parla. Così è stato definito dagli studiosi e per questa sua capacità di raccontare la vita quotidiana mista alla sacralità e al potere curativo delle acque termali, è considerato unico e straordinario. A raccontare ai cittadini di San Casciano dei Bagni la storia dei loro antenati che si intreccerà con il futuro dei loro figli, ancora una volta il professor Tabolli dell’Università per Stranieri con il funzionario della Sprintendenza Ada Salvi e al direttore dei lavori, l’archeologo Emanuele Mariotti. A fare gli onori di casa la sindaca Agnese Carletti.

"Credo sia una scelta vincente di archeologia civica – ha detto Carletti- lo facciamo per restituire un racconto ma anche per costruire insieme un percorso di crescita. Non abbiamo in mente cosa succederà tra 5 anni, sappiamo quale sarà il percorso e qual è l’obiettivo finale: un grande museo, un Parco archeologico termale che continui ad essere fruibile e un hub di ricerca universitaria internazionale".

Ada Salvi ha sottolineato la perfetta armonia che si è creata tra lo scavo, i suoi attori e la comunità locale. "Si tratta di un progetto in divenire che vede continue collaborazioni – ha detto – dall’acquisizione di immobili al restauro e alla conservazione dei ritrovamenti. Ci stiamo occupando dell’organizzazione della mostra dei bronzi all’Archeologico di Napoli e dei lavori di ristrutturazione del Palazzo dell’Arcipretura di San Casciano che ospiterà il museo".

In un ping-pong di immagini e racconti, ricchi di aneddoti ed emozioni, Tabolli e Mariotti hanno ripercorso i primi tentativi di scavo al Bagno Grande, risalenti al 1979, fino a quando l’area, sotto la sindaca Fabiola Ambrogi, è diventata sito archeologico; e poi al 2019 quando, grazie al sindaco Paolo Morelli è iniziata la prima campagna scavi. Risultati pochi, ma la sensazione che sarebbe arrivata una grande scoperta c’era tutta. Un’intuizione diventata realtà grazie alla segnalazione di un cittadino, Stefano Petrini, che per primo ha indicato agli archeologi la presenza di due colonne romane in un orto. Il resto è storia. Durante l’ultima campagna scavi, oltre alla bellissima statua di Apollo con lucertola, l’attenzione di Mariotti e Tabolli è per un donario bilingue. "Esistono al mondo 30 iscrizioni bilingue e di queste 29 sono di carattere funerario o civico. Questa è la prima iscrizione etrusca e romana, scritta nello stesso tempo". ‘Fons caldus flere avens’ che in etrusco si può tradurre ‘Io sono la divinità della sorgente’ mentre in latino ‘Io sono il fonte caldo’. Attestazione importante.