di Massimo Cherubini
"Realizziamo il ’Parco Termale Naturale di Bagni San Filippo’". A chiederlo è il gruppo di "Presenza Attiva" forza di minoranza del consiglio comunale di Castiglione d’Orcia. Un parco al posto del "piano particolareggiato – si legge in una nota – per la riqualificazione della stazione termale di Bagni San Filippo deliberato dal consiglio comunale nel 2015. In un’area di circa ventimila metri quadri, quella dove insisteva l’Amiata Marmi, secondo il piano dovrebbe sorgere un secondo centro termale. Una struttura alberghiera di 150 camere, con stabilimento termale e tutti i comfort. Sono passati otto anni, l’Amiata Marmi è stata dichiarata fallita, l’area è sottoposta all’asta giudiziaria. Una procedura non rapida che, di fatto, ha rallentato anche il progetto dell’insediamento previsto dal piano particolareggiato. L’area non ha ancora un proprietario (le procedure dell’asta giudiziaria sono in corso) e, ovviamente, questo ha bloccato anche il progetto di riqualificazione. E ora i consiglieri di minoranza Giuseppe Antipasqua e Sergio Crociani manifestano perplessità sul possibile intervento. "La cosa preoccupante – dicono – è che quest’area si trova in un sito molto complesso e particolare, per cui saranno necessari sondaggi finalizzati a quantificare l’entità dello strato di detriti da rimuovere e la profondità della falda acquifera. Nonché il rispetto dei vincoli paesaggistici e naturali. Il fallimento della ex Amiata Marmi ha completamente modificato le finalità per cui è stato approvato il piano particolareggiato. Oggi molti chiedono la realizzazione di un Parco termale naturale con i relativi servizi igienici e sanitari, nonché una struttura ricettiva equilibrata". Per sostenere la proposta di una revisione del piano "Presenza Attiva" intende promuovere una petizione popolare per ottenere modifiche del piano strutturale e del nuovo piano di avviamento. Il regolamento urbanistico valorizza l’intera area del "Bollore" come area sociale, in cui gli eventuali insediamenti di manufatti edilizi sono compatibili con l’istituzione del Parco Termale Naturale. Per realizzare l’idea della minoranza occorre, come prima cosa, acquisire l’area. Che i periti hanno stimato, tenendo conto delle sue destinazioni urbanistiche, di un valore assai superiore al milione di euro. Tanto, più o meno, servirebbe al comune per acquisirla a patrimonio pubblico. Non ci sono i soldi- Non c’è, a quanto è dato sapere, neppure la disponibilità a rivedere l’idea di una struttura termale che mette fine ad uno storico monopolio esercitato sulle pregiate acque sulfuree.