Baby gang, una chat sotto la lente Giovani difficili, scappavano di casa

L’inchiesta si sta focalizzando sulle conversazioni e i messaggi contenuti nei cellulari dei nove indagati. Tanti interventi delle Volanti per trovarli quando si dileguavano. Dormivano sotto il tendone delle giostre

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di Laura Valdesi

SIENA

Baby gang, l’inchiesta è solo agli inizi. Ora vengono passati al setaccio i cellulari sequestrati ai ragazzini denunciati per associazione a delinquere finalizzata a furti e rapine. Saranno le chat, le conversazioni sui social fra i componenti della banda, a svelare come si organizzavano. Se c’erano azioni premeditate, quando minacciavano e portavano via denaro ai coetanei, oppure agivano sul momento. Materiale interessante, quello trovato dagli uomini della Squadra Mobile e delle Volanti quando hanno perquisito le abitazioni dei minorenni indagati. Ci saranno sicuramente sviluppi perché la baby gang era nutrita. In attesa degli accertamenti sui fatti dello scorso ferragosto in Piazza del Mercato ma anche fra il Campo e Salicotto che non rientrano nel primo troncone d’indagine coordinato dal capo della procura dei minori di Firenze Antonio Sangermano.

Ragazzini difficili, i nove individuati dalla polizia. Che hanno dato un gran da fare alle Volanti, indipendentemente dai reati tratteggiati dal magistrato. Sì, perché è successo spesso che alcuni di loro non facessero ritorno a casa. Anche per più di un giorno. Rimanevano dagli amici. Così i genitori bussavano alla porta della questura e scattava l’iter per rintracciare gli adolescenti. E’ capitato agli agenti delle Volanti, coordinati da Fausto Camisa, di rintracciarli anche fuori provincia, nonostante la giovanissima età. E non volevano proprio saperne di tornare dalla famiglia. Quando venivano riaffidati ai genitori, a volte si allontanavano di nuovo. Un rapporto conflittuale con papà e mamma che li rendeva irrequieti. Agli agenti delle Volanti è successo, quando in un’occasione è scattato l’allarme perché scomparsi, di trovarli a dormire sotto il tendone delle giostre alla Lizza.

Niente scuola, erano sempre in giro. Almeno lo zoccolo duro del gruppo. Se presi singolarmente diventavano agnellini ma insieme ai coetanei si trasformavano. La banda rappresentava quasi una legittimazione delle loro bravate, messe a segno per sentirsi adulti. Adolescenti che in casa non riesci a farli stare, a scuola non ci vanno: fotografia di una situazione di disagio che riguarda molte famiglie della nostra provincia. E che esula dai reati, seppur gravi, che secondo la procura la baby gang ha compiuto a Siena, fra piazza del Campo e piazza del Mercato, in Fortezza. Come detto sono due le rapine a coetanei che vengono loro contestate, unitamente al furto ad un commerciante. Una persona adulta. E poi le botte al 21enne del Bangladesh senza fissa dimora. Colpevole solo di aver chiesto perché gli avevano sputato, senza che lui avesse fatto nulla di male.