Assemblea Mps, il cda si divide sulle azioni

L’offensiva del micro azionista Bivona che scrive al premier Draghi e al ministro Franco. E mette sotto accusa parte dei consiglieri

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Il consiglio di amministrazione del Monte dei Paschi consentirà all’assemblea del 6 aprile di votare sulla mozione presentata da Bluebell Partners, che per la settima volta dal 2016 chiederà ai soci di Rocca Salimbeni di avviare azioni di responsabilità nei confronti degli ex vertici Alessandro Profumo e Fabrizio Viola riguardo alla contabilizzazione come Btp dei derivati Alexandria e Santorini con Deutsche Bank e Nomura. L’ammissione al voto, decisa "in uno spirito di assoluta trasparenza e nel solco di quanto fatto in passato", non significa appoggio alla mozione. Perché nella nota che accompagna la proposta all’assemblea i consiglieri scrivono a chiare lettere la loro posizione.

"Bluebell è titolare di 25 azioni di Banca MPS per un controvalore di 27,75 euro. A fronte di tale simbolico investimento azionario, risulta invece che l’Ingegner Bivona (partner e legale rappresentante di Bluebell) operi da anni quale consulente di fondi internazionali - mette finalmente nero su bianco il cda - che hanno convenuto in giudizio Banca MPS formulando domande risarcitorie per importi significativi. In tali giudizi si discutono molte delle questioni oggetto delle proposte di azioni di responsabilità e in quella sede la Banca ha formulato le proprie difese, dimostrando la correttezza del proprio operato.

Dal 2016, con l’unica eccezione del 2017, Bluebell, ogni volta rappresentato in assemblea da Giuseppe Bivona ha proposto ben sei richieste di azioni di responsabilità (quattro nei confronti degli ex amministratori Viola e Profumo e due nei confronti di alcuni esponenti del Cda cessato nel maggio 2020). L’assemblea della Banca - ricordano gli amministratori - ha sempre respinto tali proposte a larghissima maggioranza. La nuova proposta muove dalla sentenza di condanna di primo grado emessa il 15 ottobre 2020 (di cui non sono ancora disponibili le motivazioni) che sarebbe, secondo il socio Bluebell, sufficiente a promuovere l’azione di responsabilità nei confronti degli ex amministratori".

Il cda "ritiene che allo stato non vi siano i presupposti" per portare in giudizio l’ex presidente Profumo e l’ex ad Viola, nonostante il fatto nuovo rappresentato dalla condanna in primo grado per falso in bilancio e aggiotaggio. Del tema si potrebbe tornare a parlare dopo il deposito delle motivazioni, il termine è fissato per il 13 aprile. "La banca segue attentamente gli sviluppi del procedimento penale e l’attuale posizione non pregiudica "ogni e diversa valutazione".

Pensate che Giuseppe Bivona si

sia accontentato dell’ammissione della sua proposta in assemblea? Tutt’altro. Il ’grande accusatore’, mosso sempre da quei 434 milioni di euro di richiesta danni per il fondo che rappresenta, ha inviato una seconda richiesta di azioni di responsabilità, rivolta contro il cda. O meglio contro i consiglieri, che stando ai verbali del cda "si sono astenuti, hanno votato no o erano assenti". E quindi non hanno invitato i soci a bocciare l’azione di responsabilità.

Sia nella seconda richiesta che nella lettera inviata da Bivona al premier Mario Draghi e al ministro dell’Economia Daniele Franco, si evince che un socio che ha fatto causa alla banca è perfettamente a conoscenza di quanto accaduto nell’ultima seduta del cda. Anche se, alla fine della lettera a Draghi, azzarda l’ipotesi di "un azzeramento dell’intero consiglio Mps". Arduo pensare che il Governo accolga la richiesta di Bivona, che ripete di "agire a tutela della banca", nonostante il conflitto di interessi sulle richieste di risarcimento. Un’altra conferma che la situazione del Monte, con Unicredit che sembra aspettare sulla sponda dei Navigli che passi ciò che resta della banca più antica del mondo, è sempre più grave ed è sempre meno seria.

Pino Di Blasio