Siena, 30 agosto 2023 - Primi giorni di marzo. Il giovane senese, poco più che ventenne, ha fissato un appuntamento quella sera. Usando una delle chat di incontri più note del web. Si vedono a Siena, nel centro storico. Ma quella che nelle intenzioni del ragazzo che vive nella nostra città doveva essere una bella serata si è trasformata in incubo. E rapina. Non sapeva che a presentarsi all’appuntamento non sarebbe stato un solo uomo ma una banda che adescava, hanno scoperto dopo la sua denuncia i carabinieri, le ’prede’ proprio attraverso il gettonatissimo sito. Il senese è caduto nell’"incontro-trappola".
Grande la sorpresa quando il gruppo l’ha circondato costringendolo con minacce e violenza fisica a dirigersi verso uno sportello bancomat, sempre nella città murata. E a prelevare più denaro possibile, secondo quanto consentito dalla sua card, all’Atm. Qualche centinaio di euro, dunque. Con cui si sono allontanati. Niente serata ’speciale’: il ragazzo ha chiamato subito i carabinieri. E una pattuglia del Radiomobile è intervenuta sul posto raccogliendo il racconto che, come di prassi, è stato poi messo nero su bianco. Questo l’incipit dell’inchiesta che ha portato, in soli cinque mesi, ad individuare la banda che a vario titolo aveva fatto lo scherzetto al ventenne senese. Si tratta di quattro persone, quasi coetanei della vittima, due dei quali romeni mentre gli altri sono italiani, a cui è stata notificata l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nel Perugino dove tutti vivono. A due di loro i militari dell’Arma l’hanno consegnata in carcere, agli altri nelle rispettive abitazioni. Si tratterebbe di un gruppo che è sospettato di aver organizzato "incontri-trappola" come quello di Siena già in diversi comuni della provincia di Roma, sempre nel mese di marzo. "Il modus operandi adottato sarebbe risultato analogo – spiegano i carabinieri –; vittime adescate da uno di loro attraverso una nota applicazione per appuntamenti, circondate all’atto degli incontri dagli altri complici e, quindi, rapinate o costrette a consegnare denaro sotto minaccia". A tradirli, dunque, è stata anche la ripetitività del copione che hanno messo in scena, consentendo all’Arma di ricomporre il puzzle degli episodi e di chiudere il cerchio intorno ai quattro.
Certosino il lavoro degli uomini del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Siena dal momento che hanno ricevuto, quella sera di inizio marzo, la denuncia della rapina. Trovandosi nel centro storico, pieno zeppo di telecamere di videorsveglianza, sicuramente è stato attinto ai filmati per ricostruire le mosse della vittima e dei malviventi che lo tenevano in scacco. E a cui vengono contestati i reati di estorsione in concorso in relazione appunto alla rapina e alle lesioni aggravate. Primo filo conduttore dell’inchiesta che si è poi incrociata con quella dei colleghi della compagnia di Castel Gandolfo poiché la banda era indagata nell’ambito di un’inchiesta della procura di Velletri che è risultata poi competente anche per quanto accaduto a Siena, per ragioni di connessione dei fatti.