Addio a Remo Carli, proprietario di Figaro

Un cavallaio vecchio stampo, sua anche Miura. Il figlio Francesco: "Si è spento ieri nel giorno della Tratta, quello che più amava"

Remo Carli a cavallo

Remo Carli a cavallo

Siena, 14 agosto 2022 - "Hai aspettato la terra in Piazza per andartene, con la tua Siena vestita a Festa. Ora puoi galoppare tranquillo, il ginocchio non ti farà più male. Forse galoppare è troppo, fai un canter senza fine, staffato e rigorosamente con le punte all’ingiù. Ciao Remone", scrive in una lettera ideale di addio Francesca, la figlia di uno degli ultimi proprietari vecchio stampo della Piazza. Remo Carli, appunto. La notizia che se n’era andato, pochi minuti prima delle 8, ha fatto ieri il giro dei cellulari e di quella Conchiglia dove ancora i cavalli non avevano iniziato a galoppare per via della pioggia. "Era per me un secondo padre", commenta commosso Maurizio Farnetani, detto Bucefalo. Che proprio con Figaro, barbero a cui Carli era legatissimo, aveva conquistato il 16 agosto 1988 il Palio nell’Aquila. "L’ho conosciuto per questo, sono stato a casa sua. La filosofia di Remo era che il cavallo, se stava bene, doveva essere portato alla Tratta, se poi non lo prendevano pazienza. Ecco, il giorno delle batterie prima dell’assegnazione era per lui sacro, addirittura più di quello del Palio". "Proprio qui davanti all’Entrone dove tu, per primo, mi hai dato la possibilità di provare emozioni uniche, mi arriva la notizia che te ne sei andato – scrive su facebook Francesco Petrazzi, detto Scintilla –; voglio solo ricordarti accanto al tuo Figaro e seduto in scuderia a darmi consigli. Sei stato un babbo, grazie. Fai buon viaggio Remo".

Aveva 85 anni, Carli. Da un po’ di tempo gli acciacchi si facevano sentire. Prima alle Scotte, poi alcune settimane all’ospedale di comunità. "Finché poteva però voleva andare in scuderia. Ce lo portavo io il pomeriggio", racconta il figlio Francesco, commosso dall’ondata di affetto della città che ringrazia. Lì c’è anche la tomba di Figaro, 15 Carriere corse e una vinta. "Se l’era goduto fino alla fine – svela la figlia –, lo aveva visto morire, l’aveva seppellito da solo e poi ce l’aveva detto". Ma nei suoi box c’era stata anche un’altra cavalla vittoriosa, quella Miura portata al successo da Marasma nell’Onda il 2 luglio 1980.

"La notte noi a letto e lui al forno, per una vita (a Botteganova, ndr). Ma gli farei un torto – racconta ancora – a ricordarlo solo come padre, nonno, lavoratore, perché è stato unicamente un cavallaio. Anzi, forse lui faceva il pane proprio per permettersi i cavalli da Piazza". "Era stato uno fra i primi a cominciare a preparare in maniera mirata i barberi da Piazza, dedicandosi in maniera specifica a questo, già prima degli anni ’80 dove non c’era certo l’attenzione attuale". Aveva avuto tanti cavalli Remo Carli. Techero ero a stato alla sua scuderia, tutti si ricorderanno Quadrivia, che corse due Palii, nell’Oca e nel Nicchio. Quest’ultimo nel luglio con Tittia, quando non voleva entrare fra i canapi e Tittia la baciava ed abbracciava per convincerla e rassicurarla: immagini che fecero il giro del mondo . Per l’Assunta i capitani la scartarono e finì la sua carriera in Piazza. Remo si arrabbiò molto. Ma a scuderia c’è sempre una puledra di Quadrivia.