ANNA PUCCI
Cronaca

Uliveto da 100 ettari a Marinella La svolta dopo l’agonia della tenuta

Oggi in consiglio la convenzione con la società in liquidazione che è ancora proprietaria dell’area. Ma a investire sarà l’azienda imperiese dei fratelli Merano leader nel settore della produzione di olio

di Anna Pucci

Dal latte che non c’è più all’olio che ci sarà. Si sta definendo il futuro della tenuta di Marinella, sulla quale investirà un’importante azienda agricola del ponente ligure. Quella – conferma l’amministrazione comunale – dei fratelli Merano che a Chiusavecchia, nell’imperiese, è proprietaria di 80 ettari di uliveti dai quali ricava l’olio extravergine Dop. La proprietà dell’area sarzanese è ancora della Marinella spa in liquidazione ma le trattative sono a buon punto. Prima della vendita, nella seduta di oggi pomeriggio il consiglio comunale è chiamato a votare il via libera a una convenzione tra Comune e Marinella spa finalizzata – spiega la sindaca – a garantire la possibilità di fruizione pubblica della tenuta. "Dal latte versato al nuovo olio di Marinella – sintetizza Ponzanelli –, siamo orgogliosi che uno tra i più grandi imprenditori della Liguria guardi a Sarzana per investire e di poter trovare presto negli scaffali i frutti della nostra terra. Recuperiamo la nostra storia, un pezzo alla volta".

Il progetto di uliveto – sottolinea l’amministrazione – prevede pratiche culturali avanzate per realizzare un’azienda ad alta produttività e a basso impatto ambientale. Avrà una estensione di circa 100 ettari, con una densità a ettaro di 600700 piante di varietà liguri (non solo la taggiasca). Le piante saranno mantenute a una altezza non superiore ai tre metri per consentirne una lavorazione per la maggior parte da terra e quasi totalmente meccanizzata. L’uliveto sarà delimitato con una recinzione di tipo rurale. La convenzione che il Comune stipulerà con Marinella spa, una volta incassato il via libera dal consiglio, prevede la salvaguardia di percorsi accessibili al pubblico a margine e all’interno della piantagione, con chiusura notturna per la sicurezza. Viene anche risolto il nodo dell’accesso alla passerella di Portus Lunae fruibile anche dall’autostrada.

Una grande svolta dopo che, nel 2018, era calato il sipario sulla storica azienda agricola: una lunga agonia aveva portato alla liquidazione delle attività produttive, fatta eccezione per quelle sui 70 ettari affittati all’azienda di coltivazione del basilico. Fu uno shock per Sarzana e per la Val di Magra. La storia aveva avuto inizio quando il Monte dei Paschi di Siena rilevò l’enorme area di pianura dai Fabbricotti – dinastia marmifera carrarese travolta dalla crisi del 1929 – sviluppando, nel dopoguerra, la produzione di latte. Nel 2008 Mps, logorata dall’acquisizione di Antoveneta, cedette ai giganti dell’edilizia Condotte, Ccc e Unieco il 75 per cento delle quote della tenuta, con la prospettiva di avviare un piano di sviluppo turistico e immobiliare: 200 nuove residenze, esercizi commerciali nel vecchio borgo, una darsena e 900 posti barca nei 50 ettari demaniali di spiagge e retrospiagge. Sarebbe stata "una nuova colata di cemento" – commenta l’attuale amministrazione – dopo quella di Luni Mare sorta negli anni ’70 su una porzione di tenuta. Il progetto immobiliare del 2008 si arenò sull’onda della crisi economica. Ma anche la produzione agricola andò in declino e nel dicembre 2017 il latte munto venne versato nei terreni. Nel frattempo erano tramontate le ipotesi di ’salvataggio’: si parlò di interessamento da parte di Farinetti con la sua Eataly, di Gabriele Volpi allora patron di Spezia Calcio e socio in Carige e, infine, della mantovana Renovo. Nell’aprile 2018 l’epilogo: il trasferimento delle 640 mucche agli acquirenti bresciani, la fine del lavoro per le maestranze rimaste e l’indicazione della proprietà al liquidatore Davide Piccioli di procedere allo smobilizzo delle attività per pagare i debiti residui. Dall’estate 2018 – sottolinea oggi l’amministrazione Ponzanelli – comincia un’altra storia.