Hanno paura gli abitanti di via Calesana a Romito Magra, l’armatura esterna dei palazzi costruiti da Arte si sta sgretolando e pezzi di calcinacci di cemento sono sparsi ovunque, nei giardini e nei vialetti con il rischio che cadano in testa a qualcuno. Ieri mattina alcuni residenti, esasperati dai continui appelli a a vuoto, si sono riuniti nel cortile per testimoniare la condizione delle palazzine dove sono stati ricavati negli anni Ottanta 60 appartamenti divisi in dodici scale. E se nei primi anni le cose andavano bene, in seguito la situazione è andata degenerando .
Il problema è la manutenzione, ovunque si trova qualcosa da sistemare, ma il più grosso rischio è il distacco delle pietre. Lo fa notare Franco Bonatti che da anni cerca di ottenere una manutenzione costante e attenta, girando uffici, comunicando tutte le ‘falle’ che mano a mano compaiono, come il fatto che ci siano ben cinque appartamenti sfitti, vuoti, per i quali però gli altri condomini devono pagare. Perché non vengono assegnati? E ancora il fatto che c’è chi al terzo piano paga di più per la quota dell’ascensore rispetto al quarto piano, o che si paghi il riscaldamento in base all’Isee. Domande alle quali vorrebbero risposte. Il complesso ha bisogno urgente di manutenzione, adesso fa acqua da tutte le parti sostengono i residenti, mostrando gli androni dove hanno istallato una caldaia a pellet e che andrebbero ripitturati, dall’altro lato una grondaia ballerina, si stacca tanto che si può prendere in mano e far roteare, ad un’altra hanno dato giri di nastro isolante per coprire i buchi della tubazione.
"Otteniamo sempre la risposta che non ci sono i soldi – spiegano Franco Bonatti e Claudio Gravina – ma se l’intervento non avviene quando ancora è possibile, dopo non si potrà più fare nulla e le nostre case si rovinano". Al centro del giardino un abete di dieci metri, alto quasi fino a quarto piano, è completamente secco: "Lo abbiamo segnalato ma resta lì, poi cadrà, speriamo non passi nessuno". Fanno notare l’impianto d’allarme esterno, una scatola rossa, alla portata di tutti, ricoperta di cartone, a guisa di tettuccio, fissato al muro con due viti. Nel ‘calderone’ delle lagnanze c’è anche l’invito ad Arte affinché controlli periodicamente chi abita negli appartamenti e le condizioni della casa. Sul tetto si vedono lamiere depositate dal 2000: avevano già sollecitato perché venissero rimosse, ma sono passati 20 anni
Cristina Guala