di Elena Sacchelli
Si è appena conclusa all’Hotel Logos di Forte dei Marmi "Cavalli, tra mito e contemporaneo", straordinaria mostra di Roberto Fiasella, scultore, pittore e disegnatore castelnovese realizzata in collaborazione con il museo Ugo Guidi. Un viaggio intimo che si muove nella vita dell’artista, tra le sue due grandi passioni: quella per il mondo equestre e quella per l’arte e la creatività. Nato in Svizzera nel 1972 Roberto Fiasella, fin da bambino, trascorre la sua vita a Castelnuovo. Una passione innata per i cavalli lo spinge ad osservarli attentamente e a riprodurli inizialmente su carta, poi l’amore per quei magnifici animali è tale da decidere di voler lavorare a contatto con loro. Fiasella – che non ha collegamenti diretti con il pittore Domenico se non quello con l’arte – titolare del maneggio di via Olmarello è di fatti addestratore di cavalli e istrotture di ragazzi che partecipano a competizioni agonistiche. La sua indole creativa lo spinge però a frequentare il liceo artistico Artemisia Gentileschi di Carrara, dove inizia ad avere i primi approcci con la scultura e la pittura. Lì, sotto la guida del professor Guido Rovai, ha imparato a modellare la creta, a dilettarsi con i primi ritratti e a compiere i primi studi sull’anatomia dei cavalli.
Ma cosa lo ha spinto ha trasformare la passione per l’arte in un lavoro? "Sicuramente devo tanto a Jiménez Deredia, con cui nel 1996 ho iniziato a collaborare – ci ha spiegato –. Sono stato per tre anni il suo assistente e nella sua bottega ho potuto imparare diversi segreti della scultura sperimentando diversi materiali, dal bronzo, alla creta al marmo e assistendo alla realizzazione delle sue opere". Per circa quindici anni, a partire dagli anni 2000 Roberto Fiasella, si è allontanato dall’arte e si è dedicato anima e corpo e al suo lavoro di istruttore. Poi dopo un’esperienza personale in lui c’è stata come un’epifania e, nel 2016, ha compreso che doveva provare davvero a cimentarsi con il mondo della scultura. Ed è stato proprio il maestro Deredia, con cui oggi Roberto è grande amico e non ha mai interrotto i rapporti, a spingerlo a trovare un suo proprio linguaggio personale e espressivo. E i risultati non sono tardati ad arrivare.
Fiasella ha così deciso di approfondire lo studio del cavallo, da un punto di vista storico e mitologico. Poi dopo diversi disegni sono arrivate le prime sculture in bronzo che assomigliano a dei veri capolavori. Fiasella, che i cavalli li conosce da vicino, li disegna, li dipinge e crea delle sculture, riproducendone la fisicità in svariati momenti: durante il riposo, mentre si grattano, e mentre danno sfoggio della loro maestosità. E il risultato è sorprendente. Tant’è che due delle sue opere – recentemente esposte all’Hotel Logos e visitate da tantissime personalità tra cui lo stesso maestro Deredia o ad esempio Fausto Leali – hanno ricevuto lo scorso anno importantissimi riconoscimenti. Roberto Fiasella ha infatti vinto nel 2022 il premio internazionale Michelangelo Buonarroti con "Enola Gay" la scultura in bronzo e granito nero di un suo cavallo intento a mordicchiarsi il fondo schiena che aveva realizzato nel 2020, mentre "Gli amanti", la riproduzione plastica di due equini che si stanno scambiando effusioni amorose prodotta l’anno precedente, gli è valsa il premio nel settore "Scultura".