
Piano del Parco in dirittura. Adottato entro novembre
La prima fase dell’enorme lavoro iniziato nello scorso marzo si è conclusa. Il percorso, tecnicamente definito di scoping, ha messo in chiaro sia le criticità che le potenzialità racchiuse nella vasta area protetta del Parco di Montemarcello Magra Vara. Due correnti differenti che dovranno però convivere e integrarsi nel rispetto e tutela del patrimonio ambientale, evitando però di tracciare una linea per differenziare gli opposti. Il nuovo piano di Parco, che andrà sostituire quello introdotto nel 2001, è stato presentato alle amministrazioni comunali, enti e associazioni aventi interesse sull’area protetta, nella lunga giornata organizzata nella sala consigliare del Comune di Sarzana alla presenza del tecnico Giorgio Baldizzone, il collega Fabio Giacomazzi invece non è potuto intervenire per motivi personali, l’architetto Nicoletta Giangarè di Regione Liguria e Eleonora Landini presidente del Parco di Montemarcello Magra Vara. L’aggiornamento del Piano di Parco è stato finanziato dal programma di sviluppo rurale della Regione Liguria ed è finalizzato alla valorizzazione e conservazione degli ecosistemi dell’area protetta, ricercando strategie per rilevare e risolvere le ormai datate criticità ambientali oppure gestionali del territorio di competenza. Un percorso che avrebbe dovuto iniziare già nel 2019 e proprio il ritardo di inizio delle operazioni, come evidenziato da Eleonora Landini, costringe a stringere i tempi. La fase di scoping si è conclusa con il rapporto ambientale preliminare quindi il piano verrà adottato entro novembre. Ma prima dell’approvazione, prevista per la primavera del 2024, potranno esserci nuovi correttivi presentati dalle amministrazioni comunali e associazioni. Tutti gli studi iniziati a marzo hanno richiesto l’aggiornamento del piano comprensivo della procedura di Valutazione ambientale strategica (Vas) con i relativi adempimenti previsti dalla normativa ambientale. La presentazione, come ricordato da Giorgio Baldizzone, è andata oltre la normativa che potrebbe anche non prevederla nella fase prepratoria ma proprio per i tempi ristretti dello studio si è voluto limare il più possibile il rischio che le osservazioni potessero ostacolarne l’adozione.
Massimo Merluzzi