Sarzana, 8 ottobre 2023 – Ci ha pensato il Tar a mettere fine alla contesa tra Regione Liguria e alcune associazioni venatorie provinciali che si sono trovate in contrasto sull’allargamento della zona faunistica dell’area umida a ridosso dei territori di Sarzana e Luni proposto dall’ente regionale nel 2021. Il tribunale amministrativo regionale infatti ha respinto il ricorso presentato dalle associazioni Federcaccia e Arci Caccia, mentre erano già state escluse dal procedimento le associazioni provinciali Liberacaccia e Enalcaccia in quanto il loro ricorso era stato proposto da rappresentanti privi di legittimazione giuridica. Il piano presentato da Regione Liguria di allargamento della zona umida di Paduletti, zona di sosta e svernamento degli uccelli migratori, consistente nell’estensione dei divieti di caccia era stato contrastato dai cacciatori contrari all’adozione di nuovi vincoli all’attività venatoria.
Le associazioni venatorie che già si erano viste restringere gli ambiti di caccia oltre alle limitazioni della specie cacciabile e la durata della stagione si erano così opposte a un nuovo potenziale ostacolo. Ma oltre a vedersi respingere il ricorso le associazioni Federcaccia e Arci Caccia sono state condannate anche al pagamento di mille euro in favore sia della Regione Liguria che dell’associazione Wwf sezione di Savona che si era costituita nel giudizio. Le associazioni provinciali rappresentanti i cacciatori avevano impugnato a settembre 2021 la delibera della giunta regionale con la quale si approvava il nuovo piano faunistico disponendo un allargamento di 147,26 ettari dell’oasi naturale di protezione tra i Comuni di Sarzana e Luni ritenendo la decisione non soltanto illogica ma neppure neppure preceduta da una adeguata attività istruttoria.
I giudici della seconda sezione composta dal presidente Luca Morbelli, Angelo Vitali consigliere e Richard Goso consigliere estensore hanno invee ritenuto l’allargamento della superficie dell’area protetta una solida garanzia della tutela ambientale e della difesa degli uccelli migratori che proprio in quella zona palustre trovano riparo sia durante la stagione invernale che nelle attraversate migratorie. Una vasta porzione di territorio per altro tenuta sotto controllo dal corpo dei carabinieri forestali perché frequentata da pseudo cacciatori dediti invece al bracconaggio.