
L’assemblea nella piazza del borgo organizzata dal comitato contrario all’installazione del ripetore. Ha partecipato anche un portavoce del neonato gruppo “Vezzano comune a lenta comunicazione”.
Montemarcello dice no alle antenne e il gruppo “No 5G” della frazione ha portato in piazza esperti, medici, rappresentanti di altri gruppi No 5G nello spazio aperto gremito di pubblico. Chiaro il messaggio della popolazione presente alla riunione tenutasi sabato pomeriggio nel borgo. Un incontro organizzato per informare, seguito alla notizia della posa di un’antenna proprio all’imbocco della frazione, accanto al cartello dei borghi più belli d’Italia.
L’incontro di Montemarcello ha visto gli interventi di Alice Crova, oncologa e agopuntrice, che è ha parlato degli effetti del 5G sulla salute. Presente anche Radio Elle, mentre Valentino Comandini ha voluto raccontare la sua storia, la sua lotta personale contro le onde elettromagnetiche. Usando un termine perlopiù sconosciuto a molti, si è definito ’persona elettrosensibile’: "Era il settembre 2008, accensione del 3G, che poi era la terza generazione di comunicazione – ha raccontato – quando per me e la mia famiglia sono cominciati i mal di testa, e non capivamo perché". Comandini, che ha affermato di non aver mai sofferto di patologie e di emicranie prima di quell’anno, ha spiegato di aver contattato l’associazione elettrosensibili e di aver speso – così ha raccontato ai microfoni al pubblico presente – decine di migliaia di euro per creare un ambiente neutro schermando la sua casa con fibra di carbonio e adottando materassi con scarica a terra.
Alla manifestazione è intervenuto anche il gruppo No 5G di Vezzano con uno dei portavoce, Roberto Benettini, autore del documento “Vezzano comune a lenta comunicazione”. Una proposta nata proprio a Vezzano, quando gli abitanti hanno visionato il piano antenne che ne prevede nove, sul territorio comunale, e sono stati svegliati, una mattina, dalle ruspe di un cantiere in un terreno privato per la posa dell’antenna Iliad. Un documento che è piaciuto al pubblico presente perché è molto di più della lotta al 5G. L’obiettivo è ricreare comunità che si parlano, che si incontrano, che promuovono la socializzazione: "Siamo immersi in un sistema troppo veloce, però dobbiamo anche fare qualcosa che parta da noi stessi – ha detto Benettini – chiediamo al Comune e allo Stato di non mettere le antenne ma poi attuiamo comportamenti scorretti, allora ritroviamoci in piazza, spegniamo i telefoni, spieghiamolo ai ragazzi, creiamo una cultura. Dobbiamo anche noi prenderci la responsabilità dei comportamenti e non solo chiedere" . Il Comune a lenta comunicazione ha molti obiettivi che non solo di dire no alle antenne, ma anche di recuperare la conversazione, tornare a vedersi, a colloquiare, creando eventi, camminate, e anche prevedere giornate di disconnessione: "Speriamo di riuscire a fare azioni che possono servire, uniamoci", ha concluso Benettini.
Cristina Guala