L’arte non è vandalismo. Ci sono regole non scritte oltre a quelle del comune buonsenso che impongono il rispetto per cui non sarebbero neppure necessari cartelli di divieto, ordinanze e controlli. Gli attacchi ai monumenti e ai tesori architettonici non rappresentano nessuna forma d’arte e forse neppure di protesta anche se, a questa azione, fanno spesso riferimento gli autori degli sfregi ai beni culturali. Gli imbrattatori non appartengono di certo alla categoria degli artisti di strada, che dipingono per scelta negli angoli abbandonati delle città e spesso autorizzati dalle amministrazioni comunali. Essere ’writer’ quindi non significa scendere al livello dei teppisti nonostante, quasi sempre, lo strumento usato che li accomuna è una bombletta di spray colorato.
"Ma nel nostro caso – spiega Stefano Sergiampietri – nessuno si sognerebbe mai di andare a intaccare un’opera d’arte che è stata realizzata da qualcuno prima di noi. Chi danneggia e imbratta un monumento, un quadro, una facciata storica non è un artista e non vuole neppure lanciare un messaggio. E’ soltanto un vandalo che potrebbe anche semplicemente verniciare un portone di una abitazione per il semplice gusto di dare fastidio". Stefano ha la passione dell’arte da strada dal 2006 anche se dopo la conclusione del liceo scientifico ha seguito la scuola del fumetto e ilustrazioni. Spesso gli è capitato di realizzare murali per i Comuni come nel caso di Castelnuovo Magra suo paese di origine oppure per privati. A Sarzana insieme a un altro conosciutissimo artista della bomboletta Davide Ceccarelli qualche anno fa ha abbellito il Vecchio Mercato di piazza Terzi. "Il lavoro che avevamo realizzato è stato poi cancellato – spiega – per consentire la ristrutturazione della facciata. Magari torneremo a ridipingerla". Proprio per evitare imbrattamenti e azioni illecite il Comune di Sarzana qualche anno fa aveva destinato ai ragazzi l’utilizzo del sottopasso di Battifollo e di via San Bartolomeo al fianco delle scuole Poggi Carducci. Ma l’autorizzazione in realtà non è mai stata rinnovata mentre il muro di cinta dello stadio ’Miro Luperi’ era stato messo a disposizione a termine, giusto per ravvivare l’arrivo del concerto di Jovanotti.
"Continuiamo comunque a dipingere – prosegue Stefano – anche se spesso dobbiamo sventolare una vecchia autorizzazione per evitare gli insulti dei passanti e anche qualche controllo delle forze dell’ordine. Dipingiamo anche in pieno giorno, per noi il muro è come una lavagna che poi cancelliamo e ricominciamo da capo con nuove idee e ispirazioni. Ma nessuno di noi andrebbe mai a imbrattare la facciata di un palazzo storico oppure una statua. Perchè sono opere d’arte che non devono essere assolutamente toccate, così come un vero writer non andrebbe a disegnare senza permesso su uno spazio già dipinto a meno che non voglia dimostrare qualcoa e creare tensione". Però treni e autobus venono presi spesso i mira. Questa è una forma d’arte ? "Assolutamente no – conclude Stefano Sergiampietri – ma è un altro tipo di messaggio. L’autore lascia sempre una firma, imbrattando una fiancata di un treno a lunga percorrenza fa conoscere il suo nome per centinaia di chilometri, in altre zone e città. E’ una forma di visibilità anche se in qualche modo rappresenta un danno per un bene pubblico".
Massimo Merluzzi