
Hanno fatto causa all’ente che aveva rescisso il contratto dopo i sequestri disposti dai giudici
Non è ancora conclusa la vicenda degli autovelox contestati per irregolarità che si trovavano sul territorio di Arcola: le due società fornitrici degli strumenti, Sicursat e LaBconsulenze, chiedono 150mila euro di risarcimento al Comune che si era dichiarato parte lesa. Una contromossa probabilmente inattesa: le due società hanno citato in giudizio la sindaca Monica Paganini. Contestano come illegittimo il provvedimento del 9 gennaio 2025, con il quale il Comune aveva dichiarato di avvalersi della clausola risolutiva espressa nel capitolato di gara: le società ritenengono infondati i presupposti per l’applicazione della clausola e chiedono la condanna del Comune a risarcire loro 150mila euro o altra somma da accertarsi in corso di causa.
Gli autovelox erano quelli sequestrati a livello nazionale, dapprima dal tribunale di Cosenza. E di seguito reagirono i vari Comuni che li avevano in adozione, tra cui quello di Arcola che si dichiarò parte lesa "per una presunta fornitura di strumentazioni con difetto, non nel funzionamento, ma nelle procedure di omologazione/approvazione da parte delle ditte fornitrici e produttrici". Per l’omologazione degli strumenti forniti, come previsto dalla normativa, erano state presentate al Comune, a seguito dell’aggiudicazione, le relative certificazioni. A fronte di quanto accaduto, il Comune aveva deciso di avvalersi della risoluzione del contratto d’appalto che secondo le due società invece non era possibile.
Il Comune aveva e sostenuto di aver subito una perdita a di entrate a causa delle sanzioni non elevate dagli strumenti non a norma e aveva scelto di non perdere più tempo e avvalersi di altri strumenti rilevatori in sostituzione di quelli ritenuti non a norma, sotto sequestro da luglio. I nuovi autovelox vennero installati a ottobre e entrarono in funzione a novembre dello scorso anno al Ponte di Arcola sull’Aurelia e sulla statale 432 vicino al campo sportivo di Romito.
Il Comune intende resistere alla richiesta di danni delle due società e ha incaricato l’avvocato Piera Sommovugo, per una spesa di 16 mila euro.
Cristina Guala